C’è, in Italia, una categoria di docenti, centinaia o forse migliaia, di cui non si parla o lo fanno in pochi: i docenti che hanno conseguito l’abilitazione all’insegnamento (e i restanti abilitandi “scaglionati”) presso le università statali del Paese in seguito all’ammissione con riserva al Percorso abilitante speciale disposta dal Consiglio di Stato.
Si tratta di docenti in possesso di 360 giorni di servizio di insegnamento o di 540 giorni complessivi, anziché risultanti dal prodotto di 180×3 come richiesto dal bando (il requisito per la partecipazione a corsi abilitanti speciali, tuttavia, era stato sempre individuato nella prestazione di almeno 360 giorni di supplenza nell’arco temporale, e non già in un vincolo inerente un numero minimo di giorni di supplenza annuo nel triennio); di dottori di ricerca; di docenti di ruolo; di docenti che hanno prestato servizio nelle scuole legalmente riconosciute.
Così come gli altri colleghi “regolarmente” abilitati, “i docenti abilitati in seguito all’ammissione con riserva” hanno frequentato assiduamente il percorso, hanno superato tutti gli esami previsti, hanno sostenuto l’esame di Stato alla presenza di una commissione composta da Dirigenti scolastici e da docenti nominata dai rispettivi Uffici scolastici regionali e hanno investito somme pari o superiori a 2500 E (escluse le spese). Sono, però, “congelati” in II fascia d’istituto, con la possibilità di accettare incarichi esclusivamente dalla III fascia.
Questi docenti “giacciono al buio dei cassetti dei tribunali” a tempo indeterminato, confidando soltanto nei “precedenti” costituiti dalle recenti sentenze di merito con cui è stata riconosciuta la validità dei requisiti posseduti dai ricorrenti: sentenza di merito favorevole per alcuni docenti con 360 giorni di servizio di insegnamento; sentenza di merito favorevole per alcuni docenti già di ruolo; sentenza che conferma il mantenimento del titolo conseguito da alcuni dottori di ricerca.
Alcune udienze sono state, infatti, fissate, altre, per lo più no. Hanno, quindi, “mani e piedi legati” dai tempi della Giustizia, lunghi.
In data 16 ottobre 2015, Susy Scotto di Carlo, docente della provincia di Napoli, abilitata con riserva nella classe di concorso A043/A050, facente parte di una delegazione, ha già esposto il caso presso la sede del Miur.
Si chiede, pertanto, ancora una volta, un gentile intervento da parte del Ministero, finalizzato al riconoscimento per via amministrativa del titolo abilitante conseguito e al suo impiego “pleno iure”.