«È inaccettabile che il decreto sia retroattivo e che non preveda la possibilità per chi ha già iniziato il proprio percorso formativo di lavorare nell’ambito scelto. Riteniamo quindi fondamentale che, per tutti gli studenti immatricolati entro quest’anno 2017-18, la laurea in Scienze dell’Educazione consenta l’accesso ai posti di educatore al nido indipendentemente dalla presenza o meno di un indirizzo specifico infanzia».
Questo il grido di protesta degli studenti che sono stati esclusi dai servizi per la prima infanzia, nonostante si fossero iscritti a scienze dell’educazione sapendo che avrebbe consentito loro anche di diventare educatori negli asili nido e che in molti casi hanno intrapreso il loro percorso universitario proprio con questo obiettivo.
“Il decreto legislativo 65/2017 stabilisce infatti- scrive Il Sole 24 Ore -che a partire dal 2019-20 potranno essere assunti come educatori negli asili nido solo i laureati in scienze dell’educazione L19 con un indirizzo specifico per educatori nei servizi educativi per la prima infanzia”.
“I regolamenti didattici degli anni fino al 2017-18, prevedono fra gli sbocchi professionali anche i servizi per la prima infanzia, poiché quando è stato emanato il decreto, tali regolamenti erano già stati approvati dalle università o erano in via di approvazione. Le università quindi non hanno avuto modo di adeguare la propria offerta formativa, sia per questo problema di tempistiche sia, soprattutto, perché ancora oggi, a più di un anno dal decreto, non sono stati definiti dal Miur i requisiti che l’indirizzo infanzia dovrà avere”.
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