Sono tre gli ispettori giunti nel liceo scientifico “Valentini-Majorana” di Castrolibero, vicino Cosenza, per volere del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, con un preciso scopo: verificare la correttezza delle procedure messe in atto dalla dirigente scolastica dell’istituto, proposito delle presunte molestie sessuali subite da alcune studentesse da parte di un docente di matematica e fisica.
Mentre la giustizia ordinaria sta facendo il suo corso, valutando l’ipotesi di reato di cui si sarebbe ripetutamente macchiato il docente, anche arrivando a chiedere alle studentesse immagini via chat in atteggiamenti intimi in cambio di votazioni positive, le accuse verso la preside sono piuttosto corpose: nel liceo sarebbero state messe in atto non solo le molestie sessuali da parte del prof, ma anche una serie di vessazioni e atteggiamenti discriminatori nei confronti di diversi studenti ad opera di altri insegnanti
Gli studenti, che da sette giorni hanno occupato la scuola, continuano a protestare perché la preside sarebbe stata informata in più occasioni di quanto accadeva, ma oltre a non prendere provvedimenti seri, avrebbe pure negato quanto accaduto.
Un comportamento che sarebbe servito, sempre secondo gli studenti, a non infangare la buona immagine dell’istituto superiore.
L’agenzia Ansa ha scritto che come primo atto gli ispettori hanno svolto un incontro di circa due ore con una delegazione degli studenti che hanno attuato l’occupazione. Poi, sono rimasti altre tre ore.
La presenza degli ispettori “a noi fa piacere – ha detto Fausto Cirillo, uno degli studenti occupanti l’istituto per tenere alta l’attenzione pubblica e delle istituzioni – e apprezziamo anche il fatto che la Procura della Repubblica di Cosenza abbia avviato un’inchiesta per accertare i fatti accaduti nella nostra scuola”.
Un altro studente ha aggiunto: “non percepiamo, al momento, nulla di concreto. Per questo abbiamo deciso di proseguire la protesta“.
“Abbiamo ascoltato con interesse le richieste dei ragazzi, ma non possiamo dire nulla”, hanno spiegato ai cronisti gli ispettori ministeriali una volta terminata la prima “visita” al liceo calabrese.
Hanno incontrato pure la dirigente scolastica: anche lei, la ds, ha lasciato l’istituto senza fare alcuna dichiarazione.
Nella stessa giornata, i genitori degli studenti del liceo hanno chiesto la rimozione della dirigente scolastica “per evidenti incapacità”.
Quindi hanno rivendicato la nomina di un commissario “che ripristini l’ordine nell’istituto e che, nell’immediatezza, consenta ai ragazzi di riprendere il loro corso di studi in condizioni di sicurezza, competenza e serenità”.
C’è da segnalare poi la lettera che sei docenti del liceo, su 140, hanno inviato agli studenti che stanno mettendo in atto l’occupazione. “Carissimi ragazzi – ha scritto i prof – ve lo vogliamo dire: questa volta la lezione ce l’avete data voi”.
“Vi giudichiamo con un voto, ma non vi conosciamo. È forse colpa di un mestiere sempre più difficile, in una istituzione troppo spesso chiusa e burocratica come è sempre stata la scuola. Sarà colpa della retorica e della ricerca dell’efficienza e dell’eccellenza a tutti i costi che si è ormai diffusa nel nostro contesto. Ma ciò che è successo ci ha posto di fronte ad una dura realtà e siete stati voi a sbattercela in faccia”.
“Noi docenti – hanno concluso – forse non siamo stati in grado di ascoltare, di vedere e quindi di capire il disagio che, evidentemente, pervadeva nel profondo questa scuola. E di questo, noi tutti, non possiamo non sentire il rimorso“.
Anche la ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti, ha applaudito al “coraggio” e alla “forza nel denunciare le violenze” mostrati dalle studentesse del liceo ‘Valentini-Majorana’.
Dalle pagine de ‘La Repubblica’ ha detto che c’è “siamo di fronte a una generazione di ragazze che con coraggio ha preso la parola, ha denunciato, vuol dire che c’è una consapevolezza nuova, la decisione di non subire più né violenza, né sessismo”.
La denuncia delle giovani viene giudicata come “un fatto culturale importantissimo”. Ora, però, “ci vogliono delle reti, a cominciare dal ruolo che possono avere i centri antiviolenza nelle scuole”.
Per la ministra, “ci dovrà essere una seria inchiesta da parte del ministero in quell’istituto. Sono certa che Bianchi andrà fino in fondo”, ha concluso Bonetti.
Anche l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina sostiene che “i fatti del liceo Valentini-Majorana di Castrolibero (Cosenza) meritano un’indagine rigorosissima”.
“Non possiamo permetterci che rimanga anche il più piccolo sospetto su questa storia, dovrà essere chiarita ogni minima ombra di una vicenda a dir poco angosciante. Lo dobbiamo non solo a quelle ragazze ma alla Scuola stessa, sporcata nella sua immagine di luogo di accoglienza, crescita, e anche protezione dei nostri giovani”, ha concluso la grillina.
Secondo Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, “ogni testimonianza delle studentesse e delle loro famiglie è un pugno allo stomaco. E se quanto affermato dovesse essere confermato, saremmo di fronte a fatti di una gravità inaudita, raccapriccianti e disgustosi. Il fallimento totale dell’istituzione scolastica”.
“Certo non sta a me giudicare e sarà la giustizia a fare il suo corso. Ma di fronte ad una risposta così forte, unita e matura di studenti e studentesse, non si può rimanere in silenzio. Anni di denunce cadute nel vuoto e alla fine hanno dovuto occupare l’istituto per fare sentire la loro voce in un ambiente, da quanto emerge, omertoso e profondamente impregnato di sessismo e patriarcato”, ha concluso Fratoianni.
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