Gli Istituti Tecnici, si sa, sono per loro natura tipi di scuola fortemente finalizzati ad un ingresso diretto nel mondo del lavoro. Per questo non capisco il dissenso dei sindacati così come espresso nell’articolo “Riforma Its, Cgil e Flc Cgil contrarie: ‘Consegnata la formazione nelle mani dei privati. Risorse come ulteriori incentivi alle imprese‘”.
Quegli stessi sindacati che d’altro canto – e giustamente – propugnano e difendono l’occupazione. Ma che in questo caso sembrano invece – ho avuto quest’impressione – non preoccuparsi troppo del futuro occupazionale degli studenti.
Che male c’è se i privati mettono il becco (e magari mettono anche mano al portafoglio) per la promozione degli Its? Sono magari quegli stessi privati (industrie, aziende e realtà produttive varie) che poi assumeranno quegli stessi ragazzi che hanno studiato in quegli Its.
Ah, già, ma il problema principale è la formazione umana e civile dei giovani cittadini. Che non deve mai mancare, ovvio. Ma se un giorno questi giovani cittadini, formatissimi umanamente e civilmente, ma magari tecnicamente insufficienti, non troveranno occupazione, cosa faranno? Andranno a chiedere un posto di lavoro ai sindacati?
Daniele Orla
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