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Gli italiani non sono tutti abili nuotatori

Sul banco degli "imputati " ritorna la scuola. Colpa della scuola – si dice infatti – che dovrebbe far sì che tutti imparino a nuotare. Ma le cose stanno davvero così? Vediamo.
In effetti, nonostante abbiano a disposizione tremila (e anche di più) chilometri di coste e diverse decine di laghi balneabili, gli italiani non hanno ancora sufficiente confidenza con l’acqua.
Ma intanto c’è il fatto che gli impianti dove si può imparare a nuotare sono complessivamente pochi anche se sono più che sufficienti in diverse aree del territorio nazionale. In alcuni casi sono addirittura abbondanti soprattutto a seguito del calo demografico che ha fatto aumentare considerevolmente il rapporto spazi/utenti.
Il problema maggiore, dunque, è legato alla cattiva distribuzione delle strutture che, soprattutto al sud e nelle isole, sono molto carenti.
Ed è anche per questo che gli appelli rivolti puntualmente ogni anno dal Ministero e dal Coni restano spesso inascoltati: da alcuni anni Mpi e Coni hanno messo a punto un protocollo di intesa per la diffusione di attività di "Giocosport-nuoto" fin dalla scuola dell’infanzia, ma se mancano le strutture, il nuoto – contrariamente al calcio per il quale basta un prato – diventa del tutto impraticabile.
Comunque sia i nuotatori tesserati sono oggi quasi 41 mila distribuiti fra circa 1.150 società su tutto il territorio nazionale e, secondo l’ultima rilevazione Istat che però risale al 1995, gli italiani che praticano almeno uno sport con regolarità sono circa 15 milioni e, tra questi, coloro che dichiarano di praticare il nuoto come "disciplina preferita" sono più di un milione e mezzo.
In alcune grandi città (Torino e Milano, per esempio) grazie ad appositi protocolli di intesa fra Provveditorati, Enti Locali, scuole  e Coni già ora la stragrande maggioranza degli alunni delle scuole elementari fruisce di appositi corsi in orario scolastico pressochè gratuitamente.
Ma le previsioni sono che – grazie alle nuove regole sull’autonomia – sarà più facile per le scuole organizzare corsi di nuoto o – almeno – attività che aiutino anche i bambini più piccoli a prendere confidenza con l’elemento acqua.

Reginaldo Palermo

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