In base a un questionario dell’Ipsos Mori, per rilevare statistiche in grado di indicare il paese più ignorante del mondo, si viene a sapere che nel 2014 la popolazione con il maggior numero di risposte sbagliate ai test sottoposti al campione è quella italiana.
Nella classifica mondiale, scrive Linkiesta, “battevamo tutti. Precedendo, nell’ordine, Stati Uniti, Corea del Sud, Polonia, Ungheria, Francia, Canada; quelli messi meglio erano invece gli svedesi”.
E di fronte a questi numeri, cosa è stato fatto da chi ci ha governato?
Nulla, ma come non è stato mai fatto nulla nei 150 anni precedenti, nonostante già poco dopo l’Unità d’Italia, lo storico meridionalista Pasquale Villari ammonisse: “bisogna che l’Italia cominci col persuadersi che v’è nel seno della Nazione stessa un nemico più potente dell’Austria, ed è la nostra colossale ignoranza”.
Ma pure di recente tanti studiosi hanno detto la stessa cosa: «L’Italia è un paese sistematicamente in coda nelle classi che europee o mondiali sul livello di istruzione.Che, dati alla mano, studia poco. Che disprezza con inflessibile continuità la scuola, l’università, la ricerca. Che stenta ad arricchire il proprio sapere».
E ancora: «L’Italia ignorante non è l’Italia che può prendere slancio. Non contrasta le diseguaglianze, non favorisce l’avanzamento sociale».
Gli ignoranti italiani ostacolano il progresso e la redistribuzione.
«L’Italia è ultima tra i paesi partecipanti, con un punteggio di 229 su 500, contro i 290 punti della Norvegia».
Siamo talmente ignoranti, si legge su Linkiesta, da non comprendere “quanto sia grave e pericoloso il nostro livello di ignoranza, e da non correre ai ripari. Ciò che inquieta di più è che anche i nostri governanti […] non sembrano occuparsi o pre‐occuparsi [sic] del problema, non rendendosi conto del prezzo che quotidianamente l’intera società italiana è costretta a paga‐re per i guasti provocati dall’ignoranza». E non dimentichiamo che, secondo tutti questi studi, «ignorante» è sinonimo di «confuso, incomprensibile, violento» e che l’ignoranza è il «nemico più grande».
L’Italia ignorante non è l’Italia che può prendere slancio. Non contrasta le diseguaglianze, non favorisce l’avanzamento sociale”
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