Una manifestazione nazionale prevista il 28 novembre a Roma, scuola compresa, e in assenza di risposte, uno sciopero a metà dicembre: E’ quanto riferiscono fonti sindacali al termine della riunione delle segreterie unitarie delle categorie.
«Il governo apra il tavolo – sostengono Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa -, chiediamo un rinnovo dignitoso che, dopo 6 anni di paralisi totale, per noi significa 150 euro di aumento medio con produttività e riconoscimento professionale, altro che l’equivalente di una mancia come vorrebbe il governo.
Chiediamo il rispetto del richiamo della Corte Costituzionale che con questa legge di stabilità si vorrebbe di fatto ignorare».
E aggiungono: «se per far arrivare il messaggio servirà andare allo sciopero generale, noi siamo pronti». I segnali del malcontento sono arrivati dal Mef dove le Rsu hanno dichiarato l’«assemblea permanente» fino a venerdì per protestare contro il blocco del salario accessorio, chiedono un incontro al ministro Pier Carlo Padoan, chiamando alla mobilitazione i dipendenti degli altri dicasteri.
«Il governo punta ad un rinnovo autofinanziato dai tagli alla contrattazione decentrata – sostengono i sindacati-, visto che ai 70 milioni di tagli della legge di assestamento si aggiunge un’ulteriore sforbiciata di 70 milioni della legge di stabilità. Inoltre sarà un Dpcm a stabilire come distribuire le risorse, senza alcun ruolo per la contrattazione. Il tutto nonostante la Corte costituzionale abbia considerato illegittimo il blocco dei contratti».
Le categorie del pubblico impiego e della scuola di Cgil, Cisl e Uil hanno deciso una manifestazione nazionale per sabato 28 novembre, a Roma, a sostegno della vertenza per il rinnovo dei contratti pubblici. E’ quanto riferiscono fonti sindacali al termine della riunione delle segreterie unitarie delle categorie. Le stesse fonti precisano che il 28 novembre ci sarà un corteo per le strade della capitale, che giungerà al termine di una mobilitazione territoriale. Se non ci saranno risposte dal parte del Governo, che in legge di stabilità, ha stanziato “risorse insufficienti”, dicono i sindacati, per il rinnovo dei contratti, bloccati da sei anni, la protesta continuerà fino alla proclamazione dello sciopero generale.