I dipendenti pubblici si ammalano di più di quelli privati, ma nel computo annuale lo fanno per meno giorni: lo dice l’Ufficio studi della Cgia.
La macro-stima, relativa al 2014 e costruita sulla base di dati Inps, riguarda gli interi comparti: un dipendente pubblico su 2 (il 55 per cento del totale) è rimasto a casa per malattia. Nel privato, invece, le assenze hanno riguardato un lavoratore su 3 (35 per cento del totale).
Tuttavia, sottolinea l’associazione degli artigiani, la durata della malattia è stata superiore tra i lavoratori del settore privato: se nel 2014 questi ultimi sono stati a casa mediamente 19 giorni, i dipendenti della macchina statale hanno collezionato un giorno di assenza in meno (17,9).
Se si somma questo dato alla tendenza nel settore statale rilevata nel 2015 dalla Funzione Pubblica, riguardante la riduzione complessiva di malattie e permessi in generale, si tratta di indicazioni non da poco. E che sembrano anche sfatare il luogo comune del dipendente pubblico “fannullone”.
L’analisi del numero di eventi per malattia per classe di durata (ovvero il numero di giorni di assenza di un dipendente anche in presenza di più certificati medici) fa emergere una singolare curiosità: nel settore pubblico le assenze di un giorno hanno interessato il 27,1 per cento dei casi di malattia, nel privato, invece, l’incidenza si è fermata al 12,3 per cento.
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La percentuale più alta di certificati di malattia riguarda, però, le assenze per due giorno: il 31,7 per cento nel privato, il 36,2 per cento nel pubblico.
Inoltre, man mano che aumentano i giorni di assenza, per la precisione dal quarto in poi, i dati mettono in luce che la diminuzione degli eventi avviene in misura più “decisa” tra i dipendenti pubblici che tra i privati. Insomma, tra questi ultimi gli infortuni o le malattie presentano un decorso più lungo di quello riscontrabile tra i lavoratori del pubblico.
C’è però anche da dire che se negli ultimi 3 anni (2012-2014) il numero di eventi di malattia nel settore privato è diminuito del 4,1 per cento, nel pubblico, invece, è aumentato dell`8,8 per cento. Le aree geografiche più “colpite” dall`incremento dalle assenze nel settore pubblico sono state quelle del Centro-Sud. Campania (+15,1 per cento), Molise (+14 per cento), Abruzzo (+12,9 per cento), Lazio (+12,4 per cento) e Sardegna (+11,6 per cento) si posizionano ai primi posti di questa graduatoria.
Nello stesso triennio, nessuna regione registra una diminuzione delle assenze, mentre nel privato l`unica che fa segnare una crescita degli eventi di malattia è la Puglia (+2,3 per cento), tutte le altre, invece, presentano una decisa contrazione.
Non sono state pubblicate, tuttavia, le assenze nel comparto pubblico suddivise per ministeri: la scuola, in ogni caso, andando a spulciare le stime precedenti, si attesta tra il 9 e il 10 per cento di assenze annue. Quindi meno di una al mese: un po’ pochino per dire che lavorano poco. Mentre chi lavora nel privato si ammala in media il doppio dei giorni l’anno. Non sarebbe il caso di farla finita con l’attaccare le “etichette”?
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