Ma non basta, fa sapere il rapporto: sui 33 Paesi europei, in circa la metà il potere d’acquisto degli insegnanti nel 2014 risulta inferiore rispetto al livello del 2009.
La riduzione del potere d’acquisto degli insegnanti è inferiore al 3% in Belgio, Danimarca, Austria, Finlandia e, nella scuola secondaria superiore, Italia. E’ stato invece registrato un calo compreso tra il 5 e il 10% in Italia per quanto riguarda la scuola primaria e secondaria inferiore, Olanda, Portogallo, Regno Unito e Romania.
In altri Paesi come Irlanda, Spagna e Slovenia gli insegnanti hanno subito una riduzione del potere d’acquisto che va dal 13 al 17%, mentre il calo più drastico è avvenuto in Grecia, con una riduzione del 40%.
La relazione è stata pubblicata alla vigilia del 5 ottobre, giornata mondiale degli insegnanti, che commemora l’adozione nel 1966 della Raccomandazione Ilo-Unesco sulla condizione del personale docente. Ma conferma la tendenza già rilevata dall’Ocse, che nell’ultimo rapporto sull’istruzione ha evidenziato che in Italia il salario medio degli insegnanti della scuola primaria e secondaria inferiore è diminuito, in termini reali, del 2% tra il 2008 e il 2012.
Il sondaggio su cui la relazione si basa ha coinvolto 33 Paesi e in sedici di essi i prof hanno registrato aumenti di stipendio (Belgio, Danimarca, Germania, Estonia, Francia, Croazia, Ungheria, Lussemburgo, Malta, Austria, Slovacchia, Finlandia, Regno Unito, Norvegia, Macedonia e Turchia). In Italia invece tutto ciò non è avvenuto e infatti da noi il salario di un insegnante può andare dal minimo dei docenti di scuola primaria e pre-primaria, che a inizio carriera guadagnano uno stipendio base di 23.048euro lordi annui, al massimo di un professore di scuola superiore con laurea universitaria, che può arrivare a guadagnare a fine carriera, quindi dopo una media di 35 anni di servizio, a 38.902 euro.
La media dei salari è di 27.700 euro per gli insegnanti di pre-primaria e primaria, 29.207 euro per gli insegnanti delle scuole medie e 31.622 euro per i professori di scuola superiore con laurea universitaria.
Per quanto riguarda la perdita di potere di acquisto, è stata relativamente moderata fra il 2013-2014 e il 2009 per gli insegnanti della scuola secondaria superiore (meno del 3%), mentre fra il 5 e il 10% per gli insegnanti della scuola primaria e secondaria inferiore.