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Gli stipendi di 8 ministri non parlamentari aumentati di 3.200 euro: se passa l’emendamento anche Valditara arriverebbe a 12.400 euro. Pd e M5s: vergognoso

Sta facendo discutere la presentazione di un emendamento alla Manovra 2025 da parte dei relatori, depositato in Commissione Bilancio Montecitorio, che innalza di 3.200 euro la già cospicua indennità di ben otto ministri non parlamentari: passerebbero, in caso di conversione in legge, da circa 9.200 euro lordi al mese a circa 12.400 euro. L’aumento – che comporterebbe l’assegnazione di diaria e rimborsi spese a chi guida un dicastero senza essere né deputato né senatoro – porterebbe l’indennità alla stessa consistenza di quella dei ministri che sono anche parlamentari. L’operazione, sempre se andrà in porto, riguarderebbe anche Giuseppe Valditara, a capo del dicastero dell’Istruzione e del Merito. Oltre a lui, scrive Il Fatto Quotidiano, a beneficiare dell’aumento a fine mese sarebbero Orazio Schillaci (Salute), Guido Crosetto (Difesa), Marina Calderone (Lavoro), Alessandro Giuli (Cultura), Andrea Abodi (Sport), Alessandra Locatelli (Disabilità), Matteo Piantedosi (Interno).

In tanti stanno già gridando allo scandalo, soprattutto all’opposizione. Ma anche il mondo della scuola storce non poco la bocca, soprattutto perché per vedersi assegnato un aumento del 6% lordo (circa 160 euro lordi medi) stanno passando i mesi e gli anni senza che siano partite nemmeno le trattative sulla base dell’atto di indirizzo. E comunque le risorse messe a disposizione dal Governo rimangono comunque quelle, decisamente esigue rispetto soprattutto al costo della vita, già previste per tutto il pubblico impiego. Nel frattempo, il contratto 2022-24 sta anche volgendo al termine, senza vedere risultati in controtenendenza.

Inoltre, La Tecnica della Scuola ha fatto sapere che le procedure del rinnovo contrattuale di Istruzione, Università e Ricerca 2024/25 sarebbero ferme al ministero della Funzione Pubblica, a seguito di alcune verifiche da attuare o di rilievi alla bozza di testo approvata che attendono risposte più dettagliate.

Secondo Vittoria Baldino, vicecapogruppo M5s in assemblea, l’emendamento è “veramente vergognoso. Ancor di più dopo che FdI, Lega e FI hanno bocciato le nostre proposte per aumentare di cento euro al mese le pensioni minime, introdurre il salario minimo e ripristinare il Reddito di cittadinanza”.  Secondo la pentastellata, “un Paese con il record di poveri assoluti e quasi 4 milioni di lavoratrici e lavoratori poveri non si merita un governo che continua a pensare solo ed esclusivamente ai propri interessi a scapito della collettività”.

Per il capogruppo democratico nella commissione bilancio della camera, Ubaldo Pagano, è “una scelta che lascia increduli e appare ancora più grave alla luce di una manovra di bilancio che non investe in sanità, scuola, lavoro e casa. Il governo fa finta di non capire: noi chiediamo un miglioramento delle condizioni e degli stipendi degli italiani, non di quelli dei ministri e dei membri del partito della presidente Meloni”.

Anche il senatore di Italia viva Enrico Borghi si dice indignato: “Mentre gli italiani faticano ad arrivare alla fine del mese, il Governo propone di aumentare lo stipendio ai ministri. È una vergogna”, scrive su X.

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, però non sembra essere colto di sorpresa: “Sarà il Parlamento a decidere. Nella mia vita non ho mai fatto nessuna scelta per motivi economici. Lo dico chiaramente e continuerò a fare scelte non per motivi economici ma per fare ciò che mi piace fare. Sono stato un uomo fortunato, ho sempre fatto ciò che mi piaceva fare, non ho mai guardato al guadagno come la cosa più importante della mia vita”, ha precisato Schillaci a margine di Atreju (la festa di Fratelli d’Italia).

Secondo il leader del M5s, Giuseppe Conte, con questa richiesta chi governa il Paese ha “gettato la maschera. Pensate: hanno presentato un emendamento per aumentare lo stipendio di ministri, viceministri e sottosegretari. Ma come fanno a non vergognarsi? Ma in che mondo vivono?”.

L’ex premier rivela che è stata bocciata la sua proposta di “aumento di cento euro per le pensioni minime”, perché “per loro basta un aumento di 1,80 euro. Una vera presa per i fondelli”.

Conte dice infine di essere “intervenuto di nuovo per illustrare le ragioni che impongono di approvare l’emendamento sul salario minimo legale, visto che 3,6 milioni di lavoratori si spaccano la schiena per quattro, cinque, sei euro lordi l’ora. Una vergogna. Niente da fare anche qui. Contrarietà più assoluta”.

Alessandro Giuliani

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