Come è consuetudine, con la conclusione degli esami di stato si tirano le somme, non solo delle percentuali dei promossi ma anche degli strafalcioni che sono sfuggiti (si fa per dire) ai ragazzi durante l’esame che, come è noto, anche quest’anno, per causa della pandemia, è stato solo orale.
Ma sembra pure, fa notare Skuola.net, che qualche professore si sia lasciato andare nel campo delle corbellerie, fra le cui trame si è pure insinuata la poco conoscenza delle norme anti-covid19
La più martirizzata, fa notare Skuola.net, la letteratura italiana, che dovrebbe essere il pilastro del nostro sistema di istruzione. Ebbene per qualcuno “Se questo è un uomo” sarebbe stato scritto da Italo Calvino (e non da Primo Levi); mentre per altri il “Decameron” è stato firmato da Dante e non da Boccaccio. Il Sommo Poeta, inoltre, viene facilmente confuso con Umberto Saba (chissà perchè?), mentre persistono gli inciampi su Giacomo Leopardi: l’Infinito infatti è stata attribuita a D’Annunzio.
Anche la storia si conferma circonfusa da blasfemie, e così l’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale è avvenuto nel 1918, mentre Mussolini e Hitler erano ben più di semplici alleati, erano addirittura cugini.
La scienza ha avuto pure le sue batoste: secondo una studentessa saremmo tutti anfibi, mentre un’altra ha impiegato oltre trenta minuti del suo esame orale spiegando e approfondendo dettagliatamente i più piccoli particolari di un’opera d’arte, scoprendo solo alla fine di averla chiamata con un nome sbagliato per tutto il tempo.
E i prof? Sembra che anche loro si siano “confusi”, a partire dalla diffusa inosservanza – volontaria e no – del protocollo sanitario: da chi ha inventato patologie strane e sconnesse all’emergenza Covid soltanto per potersi togliere la mascherina, fino ad arrivare ai commissari che non hanno neanche fornito una giustificazione per averla lasciata abbassata o legata al braccio per tutta la durata del colloquio. Per non parlare poi di quella povera lavagna interattiva che è stata messa ko dall’eccessivo zelo della commissione, la quale ha insistito per riempire di gel igienizzante la penna elettronica preposta, causandone il blocco.
Conclude questa breve carrellata, fa notare Skuola.net, qualche episodio eclatante: un maturando, mentre era interrogato, ha totalmente rimosso la natura del progetto che avrebbe dovuto presentare riguardante i suoi percorsi di PCTO (l’alternanza scuola lavoro); un suo collega, invece, nel momento dei saluti finali, uscendo dall’aula, si è rivolto alla presidente della sua commissione d’esame chiamandola “mamma”. Che è un bel segnale per tutte le professoresse della nostra scuola: di mamma ce n’è una sola, come pure di insegnate a cui ci si affezione e in questo caso, nella breve scintilla di un’ora appena, è scattata la grande fiamma dell’amore filiale per la presidente.
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