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Gli studenti a scuola non si sentono al sicuro: corridoi, bagni, cortili e pure aule posti “pericolosi”. Largo a buone pratiche e codici antimolestia

A scuola gli studenti non si sentono sempre al sicuro: ci sono dei luoghi – come i corridoi, i cortili e i bagni, ma anche le aule – dove un giovane su tre riferisce che di frequente subisce violenze o altre forme di discriminazione. Anche il tragitto casa-scuola è rischioso comporta non pochi rischi, per la metà dei partecipanti. Mentre otto su dieci sostengono che i casi di violenza tra adolescenti si attuano nel modo più ingiusto: attraverso un gruppo che agisce verso un singolo individuo.

La violenza nelle parole

Nella maggior parte dei casi si tratta di violenza psicologica che si esprime con commenti sulle problematiche fisiche, sulla provenienza d’origine, sull’orientamento sessuale.

Come pure è in crescita la violenza on line, che fatica però ad essere riconosciuta perché percepita come una realtà parallela. I dati sono contenuti nelle ricerche condotte nelle scuole da Youth for Love 2, programma europeo di ActionAid e Afol Metropolitana che da quattro anni indaga come la violenza colpisce gli adolescenti.

Servono “politiche concrete”

Maria Sole Piccioli, responsabile Education di ActionAid, ha spiegato che “Youth For Love ha l’obiettivo di far arrivare le buone pratiche sperimentate al maggior numero di scuole possibili. Abbiamo lavorato su procedure utili e efficaci da promuovere: la presenza di tutor (su cui il Governo ha investito 150 milioni di euro ndr); la formazione al corpo docente, spesso non effettuata soprattutto nelle scuole superiori; attenzione all’introduzione dei codici antimolestia e delle carriere Alias”.

“Chiediamo che il ministero dell’Istruzione – ha continuato Piccioli – recepisca le proposte e le trasformi in politiche concrete: vogliamo l’educazione all’affettività e sessuale, l’integrazione del Piano nazionale di educazione al rispetto del 2017 e fondi stabili per spazi e supporto psicologico, che deve essere presente in ogni istituto scolastico”.  

Le buone pratiche

Tra le buone pratiche viene segnalata quella adottata dall’istituto Oriani-Mazzini di Milano, dove le studentesse coinvolte in Youth For Love hanno letto della possibilità di richiesta del congedo mestruale e deciso di creare una serie di cartelloni da appendere per i tre piani della scuola per sensibilizzare le compagne al tema e preparato una presentazione digitale in cui spiegano il motivo che sta dietro alla richiesta.

È stato quindi segnalato lo sportello Con_tatto aperto all’istituto Cine Tv Rossellini di Roma che vuole essere un primo supporto per studenti che vivono violenze, discriminazioni o forme di bullismo.

Tanti studenti e docenti coinvolti

Gli organizzatori hanno anche tenuto a fare sapere che con il progetto Youth For Love sono stati formati 400 studenti, 200 tra insegnanti e personale scolastico, e 50 genitori/tutor dell’istruzione superiore.

Altri 300 tra studenti e giovani, 50 tra attori locali e istituzioni sono stati coinvolti in percorsi di coprogettazione di pratiche comunitarie per prevenire e gestire la violenza.

Sono state, infine, un milione e mezzo le persone coinvolte attraverso campagne on line e un webgame interattivo dedicato agli adolescenti.

Alessandro Giuliani

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