A Prato, moltissimi alunni della numerosa comunità cinese, dopo il secondo lockdown, hanno smesso di frequentare le scuole superiori, preoccupati dal timore del contagio da Covid, in aula o sui mezzi di trasporto. Ma non solo, sembra pure che i cinesi di Prato siano anche preoccupati dal fatto che gli italiani non sarebbero attenti e non rispetterebbero le regole e dunque appare problematico far tornare i bambini senza rischi.
E allora, 43 professori, in una lettera aperta alla comunità, scrivono di sentirsi “fortemente preoccupati” per le numerose assenze degli alunni cinesi e invitano studenti e genitori a riflettere sul valore educativo, umano e sociale della scuola in presenza, seppure con le paure che caratterizzano questi tempi.
La notizia è riportata dal Corriere della Sera nel quale si leggono altri brani della missiva: “Da quando è iniziata la seconda ondata moltissimi di questi ragazzi hanno smesso di frequentare la scuola, soprattutto alle superiori. Alcuni di loro hanno cercato di recuperare con le video-lezioni da casa, ma le difficoltà con la lingua italiana sono aumentate, perciò tanti hanno abbandonato anche questa modalità”.
“Cari ragazzi, la scuola o è dal vivo, in presenza, coi nostri corpi e le nostre voci, anche se coperte dalle mascherine, o non è vera scuola. Quello che state perdendo -scrivono i docenti- è troppo importante per la vostra vita adesso e per il vostro futuro, e aggiungiamo, per il futuro del nostro territorio e dell’Italia. Tornate a scuola o almeno discutiamone insieme, cerchiamo soluzioni efficaci anche nella difficoltà”.
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