Gli studenti giudicano molto consapevolmente i propri insegnanti. Di questo è convinta il responsabile del Miur Stefania Giannini, che ci tiene a ribadire con forza il principio che gli studenti conoscono molto bene i propri professori e sanno perfettamente chi tra loro lavora seriamente e chi invece ha sbagliato completamente mestiere.
È inutile nasconderlo, quanto asserito dal neo ministro dell’Istruzione è molto condiviso nel mondo della scuola, soprattutto per quanto riguarda le scuole secondarie di secondo grado. La pensano come il ministro molti dirigenti scolastici, genitori, studenti e c’è pure qualche insegnante che si sente stimato dai propri alunni, che condivide questo pensiero.
Gli studenti, ci tiene a sottolineare la Giannini, “sanno chi hanno davanti e distinguono rapidamente i docenti che lavorano con professionalità e chi lo fa in maniera più stanca”. Eppure i docenti vengono retribuiti tutti quanti con lo stesso parametro, senza tenere conto del loro reale impegno, che in alcuni casi è fatto di sacrificio e di particolare complessità. Quando a parlare sono gli studenti, con la loro ingenuità e purezza, si percepisce con chiarezza che non tutti i docenti sono uguali.
Gli studenti si pongono delle domande acute e sottili, talora imbarazzanti, alle quali è difficile dare una risposta. Quali sono queste domande imbarazzanti che a volte pongono gli studenti?
Per esempio: “Come è possibile che per esempio un docente di Italiano e latino, di matematica e fisica o di inglese, chiamato a correggere compiti, ad insegnare argomenti anche di una certa complessità, che richiedono concentrazione e grande capacità di autocontrollo, percepiscano lo stesso stipendio di altri insegnanti che non correggono quasi mai i compiti, che non hanno neanche il problema di interrogare e non svolgono lezioni, tanto che gli studenti non studiano nemmeno le loro materie?”
Oppure: “Come è possibile che il professore Caio, che spiega malissimo e non azzecca mai la soluzione di un esercizio, rivendicando tra l’altro che è sempre il libro ad essere sbagliato, rispetto al professore Tizio ben preparato a cui escono tutte le soluzioni degli esercizi, prendano entrambi lo stesso stipendio?”
Domande difficili ed imbarazzanti a cui spesso non si sa dare una risposta sensata. Eppure a questa problematica il ministro Giannini vuole dare una risposta che va nella direzione di una netta revisione del contratto di lavoro degli insegnanti.
Infatti secondo la ministra Giannini la revisione del contratto degli insegnanti è necessaria, non solo perché i docenti sono pagati poco, ma soprattutto perché nel nostro sistema retributivo non esistono meccanismi premiali, che vadano a valorizzare i docenti che si impegnano e si aggiornano.
Queste intenzioni del ministro farebbero sperare nella fattibilità di un rinnovo del contratto della scuola anche economico oltre che giuridico. Questa sarebbe una novità assoluta, ma non si comprende da dove arriverebbero i soldi per questa importante operazione, non si conosce nemmeno quanti soldi il governo metterebbe sul piatto del rinnovo contrattuale. Per adesso siamo ancora alle dichiarazioni di chi si è appena insediato alla guida di un ministero che ha grandi criticità di sistema, dove ciò che funziona, funziona per l’inerzia di tanti docenti volenterosi che continuano a fare il proprio dovere, nonostante si sentano profondamente demotivati e per nulla gratificati.
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