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Gli studenti dediti al gioco in denaro, ma per la gran parte non è dipendenza

Nel corso del 2008 il 68% dei giovani studenti italiani delle classi IV e V degli istituti secondari di secondo grado hanno tentato la fortuna almeno una volta con una spesa media mensile di 10 euro: a tentare regolarmente la fortuna sarebbero circa 686 mila ragazzi tra i 16 e i 19 anni. Eppure non si può parlare di dipendenza generalizzata.
È quanto sostiene la società di studi economici “Nomisma” che ha svolto una ricerca su 8.582 studenti delle classi IV e V delle scuole secondarie di secondo grado: un campione rappresentativo dell`universo dei ragazzi che frequentano le classi scolastiche oggetto di indagine in tutta Italia (circa 950.000 studenti).
La prima cosa che balza agli occhi è che la quota di studenti 16-19enni dediti al gioco è nettamente superiore a quella stimata per la popolazione totale con più di 15 anni (ferma al 55%).
Ma cosa spinge i nostri giovani al gioco? La ricerca a rilevato che prevalerebbe la speranza di una vincita (per il 51% degli intervistati), ma diversi di accontentano anche solo del divertimento (28%). Per quanto riguarda la spinta pratica, i ragazzi hanno detto che l’incontro con slot machine e biglietti da grattare è molto spesso fortuito: tanto che il 52% indica che ha iniziato a giocare “per caso”.
Nomisma ha anche cercato di capire quali sono i giochi più popolari tra i ragazzi dell’ultimo biennio delle superiori: vincono di gran lunga il Gratta & Vinci (lo ha provato nel 2008 il 53% degli studenti), ma vanno bene anche il SuperEnalotto (39%) ed il Lotto (27%). Subito dietro, in evidente ascesa, si “piazzano” le preferenze per le scommesse in agenzia su eventi sportivi, le New Slot ed il poker on line (introdotto solo dal settembre 2008).
Per più della metà il contatto con questo tipo di impegno è tutt’altro che asfissiante ed anche molto realistico: il 57% degli studenti dedica al gioco meno di 1 ora al mese; il 54% è consapevole delle maggiori possibilità di perdere; appena l`8% reinveste in gioco le vincite vinte e il 56% non giocherebbe nulla davanti a un`inaspettata e consistente disponibilità di denaro (100 euro).
Se si guarda a livello di genere, territoriale e di corso di studi prescelto: le cose però cambiano: la propensione al gioco è sensibilmente maggiore tra i ragazzi (76% rispetto al 61% delle ragazze), nelle aree del Sud-Isole (75%), negli istituti professionali (78%), tra gli studenti che provengono da famiglie in cui vi è già una propensione al gioco (80%).
Minoritari, ma non per questo poco preoccupanti, il fatto che solo il 5% ha derogato ad impegni scolastici o familiari per giocare, mentre quasi il 12% gioca per sfuggire ai problemi personali (in questi ultimi due casi la spesa media raggiunge i 30 euro al mese).
A preoccupa non poco gli esperti è invece la scarsa conoscenza della normativa in materia di giochi e scommesse: premesso che il 17% dei ragazzi ignora completamente l`esistenza di limiti di età per la partecipazione a talune tipologie di gioco, quel che fa pensare è il mancato rispetto delle leggi che regolamentano l`accesso ai giochi. Tanto che, ha rilevato lo studio, anche laddove sussiste un divieto specifico vi sono importanti tassi di partecipazione a giochi e scommesse tra i minorenni: si pensi alle New Slot (gioca il 14% dei minorenni che frequentano il IV e V anno delle scuole del secondo ciclo), le Scommesse sportive in agenzia (20%), il Bingo (11%) e il Poker online (7%). Famiglie, docenti e educatori sono avvisati. Almeno loro non potranno dire: “non pensavamo fossero così tanti”.
Alessandro Giuliani

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