Gli studenti del Sud pare abbiano una malattia: il mal di scuola. Infatti, dopo i dati pubblicati dal Miur su #Scuolainchiaro balza agli occhi il numero di assenze degli alunni meridionali.
Su Repubblica.it si spiega appunto la situazione, osservando pure il fenomeno in base alle tipologie di scuole, confrontando i dati delle assenze al Sud e al Nord.
Nei licei classici, che non presentano numeri elevati di abbandono, sia al nord come al sud, in cima alla classifica degli studenti specializzati nel dribbling della lezione troviamo i ragazzi pugliesi: con 93 ore medie di assenza all’anno in prima, 102 in seconda e via via incrementando le ore perdute nel corso dell’anno scolastico fino in quarta classe, dove si interrompe la statistica ministeriale.
Se si considera il monte orario del biennio, che prevede un impegno orario annuo di 891 ore, 27 ore a settimana e nelle classi del triennio successivo si sale a 1.023: 31 ore settimanali, i numeri delle assenze sono estremamente preoccupanti.
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Solo le assenze dei ragazzi pugliesi, siciliani e campani, incidono per oltre il 10 per cento in prima e per l’11,5 per cento in seconda. La media nazionale, al classico, si assesta quindi attorno alle 58 ore di assenza in prima e 66 in seconda.
Di tutt’altra pasta sembrerebbero i coetanei friulani e veneti: i primi si assentano mediamente 30 ore al primo anno e 33 al secondo anno, i secondi 34 e 36 ore rispettivamente. Prendendo in considerazione le assenze del secondo anno, dove troviamo gli studenti che svolgono i test Invalsi, i ragazzini pugliesi si assentano il triplo di quelli veneti.
Non cambiano molto i dati per glia altri indirizzi di studi, che vede ancora una volta gli studenti del Sud molto più assenti dei loro compagni del Nord.
Negli istituti professionali, ad esempio, troviamo ancora una volta gli studenti pugliesi in cima alla classifica dei “Lucignoli”: per loro, le 352 ore saltate in prima e le 304 in seconda rappresentano il 33 per cento e il 28 per cento delle 1.056 ore annue totali. E lasciano intravedere un folto gruppo di ragazzi che alla fine dell’anno non può essere valutato per le troppe assenze, si legge ancora su Repubblica.it.
La riflessione che fa Salvo Intravia su Repubblica.it, è la seguente: “è un caso che gli studenti veneti, con 212 punti in Italiano e 218 in Matematica, oltre a figurare tra i meno assenteisti siano anche i più bravi negli ultimi test Invalsi?”, in confronto ai loro coetanei meridionali che invece hanno dei punteggi decisamente più bassi?
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