Categorie: Riforme

Gli studenti della Bocconi consegnano una lettera a Napolitano

Ancora una volta gli studenti si rivolgono al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Questa volta, però, non chiedono di bloccare chissà quale norma ma lo invitano ad intervenire sulle forze politiche presenti in Parlamento affinché “affrontino in modo organico la questione universitaria” e aprano “un dibattito che porti ad una riforma profonda del sistema vigente, migliorando l’organizzazione e l’efficacia degli istituti di ricerca e promuovendo la piena realizzazione del diritto allo studio”.

 
Queste le parole conclusive contenute nella lettera che gli studenti dell’università Bocconi di Milano hanno consegnato stamani al presidente Napolitano, giunto nell’ateneo milanese per l’inaugurazione dell’anno accademico.
“Abbiamo deciso di scriverLe mossi dalla Sua richiesta di superare il clima di pura contrapposizione e aprirsi all’ascolto delle rispettive ragioni, consapevoli del fatto che il dibattito in corso sul futuro dell’università e della ricerca in Italia sia cruciale per il nostro futuro di cittadini”.
“E’ nostra ferma convinzione – continua la missiva – che il sistema universitario italiano sia in profonda crisi e che questo stato di difficoltà sia strettamente connesso al destino dell’intero Paese. È necessario intervenire con una profonda riforma delle regole che sono alla base del funzionamento degli atenei e del complesso degli strumenti che garantiscono il diritto allo studio, ma siamo contrari a intraprendere in percorso del genere cominciando dalla dieta forzata a cui la legge 133 ha sottoposto le università italiane e la ricerca.
Alla base del funzionamento del sistema universitario vi è la questione del finanziamento degli atenei. L’attuale metodo di ripartizione delle risorse è motivo di grande insoddisfazione: in generale, guardiamo con sfavore il perpetuarsi del sistema di finanziamento basato essenzialmente sulla spesa storica e sul numero degli studenti iscritti, e auspichiamo che tali risorse siano maggiormente vincolate a criteri che tengano conto dei risultati raggiunti, magari attraverso un’agenzia indipendente di valutazione che premi il merito e la qualità. Peraltro, la prevista riduzione del fondo di finanziamento ordinario colpisce indiscriminatamente centri di eccellenza, efficienti nella gestione e produttivi nella ricerca e nella didattica, così come università che offrono una formazione di livello decisamente inferiore.
Altrettanto preoccupante è la situazione presente e futura dei nostri centri di ricerca. Nella società della conoscenza un Paese che non investa in ricerca e sviluppo è condannato a un lento declino economico e alla marginalizzazione sul piano internazionale.
Data l’asprezza del confronto politico odierno, ci appelliamo a Lei, nella Sua veste di garante della Costituzione e rappresentante dell’ unità nazionale, e nel rispetto assoluto della sue prerogative, affinché inviti le forze politiche presenti nel parlamento ad affrontare in modo organico la questione universitaria e ad aprire un dibattito che porti ad una riforma profonda del sistema vigente, migliorando l’organizzazione e l’efficacia degli istituti di ricerca e promuovendo la piena realizzazione del diritto allo studio”.
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