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Gli studenti disegnano la scuola del futuro

Gli studenti hanno immaginato come dovrebbero essere gli istituti del futuro in due giorni di progettazione che si sono tenuti al Miur e si sono conclusi con la proclamazione dei primi tre vincitori. Si tratta del Hackathon sull’edilizia scolastica organizzato dal Miur  in collaborazione con l’Indire e ha  coinvolto gli studenti delle scuole beneficiarie del finanziamento #ScuoleInnovative, il bando per la costruzione di 52 nuovi istituti scolastici sostenibili. 

Due le competizioni: le scuole del primo ciclo, le cui migliori 5 proposte riceveranno un premio di 35.000 euro, che sarà destinato alla realizzazione di laboratori all’interno della nuova scuola; e il secondo ciclo d’istruzione: ogni scuola ha inviato all’Hackathon di Roma quattro studenti che sono stati suddivisi in gruppi di lavoro misti, composti da ragazzi di scuole diverse. Ai gruppi è stata assegnata una «sfida progettuale» sul tema dell’edilizia scolastica innovativa

Al termine delle attività di co-progettazione, pubblica La Stampa, ogni gruppo ha presentato la propria proposta ad una Commissione di valutazione, che ha scelto il gruppo di lavoro vincitore. Gli istituti di appartenenza di tutti i ragazzi inseriti nella squadra vincitrice riceveranno un premio di 35mila euro ciascuno da usare per la scuola.

«Idee chiare e originali, progetti definiti e precisi – ha commentato il sottosegretario Davide Faraone – Sono rimasto impressionato dalla capacità di visione oltre le cose dei ragazzi e dalla loro voglia di collaborare tutti insieme»

 

LA TECNICA DELLA SCUOLA E’ SOGGETTO ACCREDITATO DAL MIUR PER LA FORMAZIONE DEL PERSONALE DELLA SCUOLA E ORGANIZZA CORSI IN CUI È POSSIBILE SPENDERE IL BONUS.

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Il progetto «L’unione fa la scuola», racconta La Stampa,  ha vinto il primo premio. Il progetto prevede la creazione di bacheche fisiche e solide per condividere pensieri, sensazioni, idee da sviluppare insieme. Il tutto infatti deve avvenire in spazi comuni dove avviene in genere il passaggio di studenti, professori e anche persone esterne in modo da coinvolgerle nelle idee poste nelle bacheche, integrarle, modificarle, dando il loro contributo.  

Secondo gli studenti l’obiettivo del progetto è la creazione di un ponte tra conoscenze astratte e quelle della vita reale. È il loro modo per adeguare la velocità della scuola che secondo i ragazzi è troppo lenta rispetto al ritmo infinitamente più rapido che invece ha la vita esterna. 

Il progetto Eit school ha vinto il secondo premio. Il progetto  prevede una mappatura sperimentale di tutti gli spazi da usare, in particolare degli spazi dismessi e abbandonati che si trovano in aree non troppo lontane dalle scuole in modo da restituirli alla collettività una volta superati i problemi amministrativi e burocratici che possono essere presenti in alcuni luoghi.  

Nel progetto vengono presentati come alberi che alla radice hanno la cultura del nostro Paese e che fioriscono prevedendo connessioni tra conoscenze umanistiche, scientifiche, gastronomiche attraverso legami con diversi istituti del territorio dove si studiano e si applicano queste materie. 

Il progetto «Una scuola volta al riciclo» ha vinto il terzo posto. Prevede la creazione all’interno delle scuole di un centro di raccolta di materiali riciclabili, una vera e propria isola ecologica, da collocare al centro del giardino dell’istituto e utilizzabile anche da persone esterne alla scuola che hanno bisogno di buttare i propri rifiuti. In alcune zone questo servizio andrebbe ad integrare quello che per gli abitanti potrebbe essere un servizio difficile da ottenere.  

La raccolta dei rifiuti viene legata al loro studio e soprattutto allo studio di come riciclarli. Lo studio verrà effettuato in laboratori che saranno creati all’interno delle scuole e che dovranno riuscire a insegnare agli studenti come realizzare gli oggetti più vari a partire dalle materie raccolte nell’isola ecologica.

«Dinamicità» è il senso di questo progetto che parte da un aspetto finora poco considerato, lo spreco di avere un’aula magna e utilizzarla come in genere avviene nelle scuole, per cui si intende trasformarla in un’aula polifunzionale digitale modificabile, sostenibile e utilizzabile dalla collettività dove ci siano pareti scorrevoli per fornire alla scuola ambienti dinamici e modificabili. E poi tavoli e arredi polifunzionali per adattarli alle diverse esigenze di uso, l’uso della cromoterapia alle pareti che può aver effetti positivi su chi frequenta gli ambienti.  

Un aspetto da non trascurare è che l’aula magna così trasformata verrebbe messa a disposizione di chiunque voglia farne uso contribuendo a raccogliere fondi che le scuole potranno usare per progetti o altre spese. L’approvvigionamento energetico viene garantito da un impianto geotermico. Il costo totale del progetto è di 59.500 euro. 

Pasquale Almirante

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