Sulla “Buona Scuola”, gli studenti era scettici prima, figuriamoci adesso che si paventano tagli per finanziare il progetto. Sembrerebbe, infatti, che per trovare almeno una parte del miliardo di euro necessari al Governo, si adotti una spending review che dovrebbe colpire pesantemente università e ricerca per un taglio di 400 mila euro.
Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’Unione degli Universitari, dichiara: “Il fatto che le linee guida del Governo per la ‘Buona Scuola’ non considerassero minimante il mondo dell’università era già, come da settimane ribadiamo, un punto negativo per una ricetta che vuole definirsi vincente. Se poi a ciò si somma la previsione di tagli ad università e ricerca pari a 400 milioni di euro, ci chiediamo dove e come possa essere la ‘Buona Istruzione’?Da anni l’università, infatti, è considerata solo come un bacino da cui tagliare e prendere soldi, gli investimenti sono di fatto inesistenti e si sceglie, ancora, di tagliare: una mossa a dir poco contraddittoria, nel momento in cui la volontà vorrebbe essere quella di rimettere al centro del Paese il mondo dell’Istruzione.”
Alberto Irone, portavoce nazionale Rete Studenti Medi, la pensa allo stesso modo: “Ancora una volta per trovare le risorse necessarie all’attuazione del Piano Scuola si reperiscono i fondi ad un settore già martoriato e messo sul lastrico: l’università e la ricerca. Come è possibile che l’istruzione venga considerata la risorsa di prospettiva per l’Italia e poi non si fa altro che togliere ulteriori fondi che, attualmente, bastano a malapena all’ordinario funzionamento del sistema universitario? Come da anni ripetiamo, i fondi ci sono, basta avere la volontà politica di trovarli, per esempio con la lotta alla corruzione e la tassazione dei grandi patrimoni. Se si ha l’ambizione di rivoluzionare la scuola, vogliamo che questa sia la vera rivoluzione del mondo dell’istruzione nel suo complesso: scuola, università e ricerca”.
“Di certo – conclude il leader della Rete – non si ottiene con ennesimi tagli dei finanziamenti. Se il Ministero ha intenzione di continuare su questa linea, il 10 ottobre le piazze saranno piene di studenti medi ed universitari pronti a dimostrare, per l’ennesima volta, che non accettiamo la logica della guerra tra poveri e quanto è miope tagliare fondi ai settori di prospettiva, quali sono l’università e la ricerca”.
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