“E’ indispensabile un’inversione di marcia nelle politiche di investimento a livello europeo, partendo dalla scuola, dall’università e dal welfare per costruire, tutti insieme, un futuro per tutti i popoli europei e per offrire un reale modello alternativo di progresso”.
“I tagli ai finanziamenti della scuola e dell’università pubbliche hanno colpito i sistemi di istruzione in molti Paesi.
La scuola e l’università sono viste unicamente – scrivono le associazioni studentesche – come un costo che può essere tagliato o ridotto in modo consistente. Il mondo finanziario non ha pagato in alcun modo per la crisi del 2008 mentre grandi sacrifici sono stati imposti ai sistemi scolastici e di alta formazione”.
Secondo gli studenti “invertire la marcia significa anche garantire l’accesso all’istruzione indipendentemente dalle condizioni economiche e sociali di provenienza” e “il ruolo della scuola è e deve essere visto come un punto centrale in questo momento storico”.
“Il finanziamento del sistema universitario da parte dello Stato è fondamentale. L’università è un bene pubblico e come tale dovrebbe essere sostenuto e promosso dallo Stato. La continua crescita delle tasse universitarie e la volontà di imporre sistemi di indebitamento per gli studenti, i cosiddetti prestiti d’onore, per poter accedere all’università sono – affermano Udu e Rete – le politiche più sbagliate e ingiuste che si possano fare nell’attuale situazione. Gli Stati dovrebbero incoraggiare la crescita del numero degli studenti e offrire loro una prospettiva, non impedire l’ingresso o ipotecare il futuro con ulteriori debiti bancari”.
“Chiediamo – concludono – un’inversione di marcia reale nel finanziamento dell’educazione pubblica, che possa garantire a tutti i giovani l’accesso alla Conoscenza senza indebitare il futuro e senza essere costretti a pagare tasse universitarie esorbitanti”.(ANSA).
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