Parte da Piazza Esedra la protesta studentesca e si conclude sotto al ministero: ”Nella spending review approvata dal Governo si liberalizzano le tasse studentesche: non solo per gli studenti fuori corso come si vuole far credere, ma la possibilità di aumenti vertiginosi saranno per tutti. Il minimo che possiamo fare è scendere in piazza subito”. E ancora: ”Divieto di accesso al futuro: questo è il nostro slogan per la giornata di oggi. Infatti crediamo che, sia l’aumento sconsiderato delle tasse studentesche che il numero chiuso siano due facce della stessa medaglia: bloccare l’acceso di massa all’università”.
Per il 12 ottobre, quando si mobiliteranno tutte le scuole italiane, lo slogan è ‘Una scuola di qualità, ce la chiede l’Europa’. Questo Paese si risolleva solo con un investimento dignitoso nell’ istruzione pubblica e puntando sui talenti dei propri giovani. Un Paese che non investe sui propri giovani è un Paese senza futuro.”
Antonio Di Pietro invece scrive sul suo sito: ”Oggi siamo di fronte al Miur insieme agli studenti universitari per protestare contro la lotteria dei test d’ingresso a numero chiuso. Gli studenti hanno ragione, questo sistema è ingiusto e inefficace: un quiz ‘one shot’ che non è in grado in alcun modo di valutare competenze e merito dei candidati”. E’ necessario ”cambiare subito strada, non solo nel diritto allo studio, ma anche nelle politiche sociali, dove urgono provvedimenti contro la miriade di contratti precari e per il reddito minimo garantito. Non possiamo più accettare il mantra del ”non ci sono soldi’.
Pd, Pdl e Udc, primi firmatari Eugenio Mazzarella, Mariastella Gelmini e Paola Binetti, in una mozione comune, chiedono ”dopo le grandi difficoltà emerse per una serena e condivisa attuazione della normativa prevista per le abilitazioni nazionali a professore universitario”, al ministro Profumo ” che si attivi per la ripresa della selezione dei docenti”.
Nella mozione bipartisan si sollecita il ministro ”a chiarire definitivamente con un provvedimento normativo o interpretativo erga omnes che il superamento delle mediane degli indicatori bibliometrici è uno dei fattori di cui le commissioni giudicatrici delle procedure di abilitazione dovranno tener conto ma non è condizione necessaria, nè peraltro sufficiente, per conseguire l’abilitazione, nonchè a promuovere per la prossima tornata di abilitazione una profonda revisione degli indicatori quantitativi e bibliometrici slegati dal calcolo delle mediane e basati invece su rigorose soglie assolute note con largo anticipo.
Una soluzione che consentirebbe di poter avviare senza incertezze normative e in un’ampia condivisione una non ulteriormente rinviabile ripresa della selezione dei docenti universitari, da troppi anni bloccata, sia per coloro che sono gia’ strutturati, sia per i tanti studiosi che da anni aspettano un riconoscibile percorso di ingresso nell’università”.
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