Si prospetta un altro autunno “caldo”, in linea con quelli vissuti gli ultimi anni. Con gli studenti in prima fila a contestare riforme, tagli e mancanza di prospettive professionali e di vita. La linea di indirizzo è arrivata il 2 agosto, durante uno dei dibattiti svolti durante il ‘Riot Village’, il campeggio nazionale studentesco organizzato dalla Rete della Conoscenza e dall’Unione degli Studenti all’interno del villaggio camping Lamaforca, vicino Ostuni: i circa 300 studenti, provenienti da tutto il paese appartenenti a diverse associazioni e sigle sindacali si sono detti d’accordo nell’individuare il 7 ottobre come data ideale per riprendere le proteste: quel giorno le principali piazze italiane saranno di nuovo piene di giovani che contesteranno i tagli alle borse di studio, alle risorse all’istruzione e all’università pubblica, le riduzioni di personale.
Durante l’assemblea nazionale si sono discussi numerosi temi: dalla scuola pubblica, al diritto allo studio, alla crisi e all’alternativa alla scuola proposta dal governo costruita dagli studenti con l’AltraRiforma. Sotto accusa, in particolare, i poteri economici e finanziari che oggi più che mai minerebbero la democrazia. Da qui la voglia di ridare forza alla partecipazione studentesca e legittimità al protagonismo studentesco.
“Ricordiamo al ministro Gelmini – ha detto Mariano di Palma, coordinatore Uds – che non le daremo un minuto di tregua, anche quest’anno coloreremo le piazze con le nostre idee e le nostre richieste, i tagli e le razionalizzazioni non sono argomento che potrà trattare ne con Tremonti ne con le lobby dell’istruzione privata, quest’anno i conti li farà con noi!“
Venerdì 7 ottobre, in occasione della mobilitazione nazionale, lo slogan sarà proprio “Ora i conti li fate con noi!”. In piazza saranno presenti anche gli studenti accademici: il Link Coordinamento Universitario ha già invitato tutte le realtà universitarie ad aderire a questa data ed allargato l’appello “a tutto il mondo dei soggetti in formazione e del sociale”. Visti i precedenti e la conferma sostanziale di tagli e riforme è probabile che l’appello venga raccolto. Ad iniziare dai sindacati più in rotta col Governo. Anzi, per l’Unicobas nemmeno c’è bisogno: lo sciopero del comparto Scuola, e forse anche quello generale, è già stato indetto.