Il nuovo rapporto AlmaDiploma non è molto diverso dal precedente: a pochi mesi dalla conclusione degli studi
il 45% dei diplomati 2016 dichiara di aver sbagliato a scegliere la scuola o l’indirizzo, specie chi ha frequentato gli istituti professionali.
L’indagine, come spiega AlmaLaurea, ha riguardato circa 80 mila diplomati del 2016 e del 2014 intervistati rispettivamente a uno
e tre anni dal conseguimento del diploma: nello specifico, sono stati coinvolti oltre 41 mila diplomati del 2016, intervistati a un anno dal diploma e oltre 38 mila diplomati del 2014, intervistati a tre anni.
I dati del rapporto evidenziano come esista una quota molto consistente di ragazzi che non rifarebbero la stessa scelta: il 45% dei diplomati del 2016, come scritto scopra, si dice pentito, mentre il 55% sceglierebbe lo stesso percorso nella stessa scuola. Volendo entrare nello specifico, oltre il 25% dei diplomati cambierebbe sia scuola sia indirizzo, il 12% ripeterebbe il corso ma in un’altra scuola, l’8% sceglierebbe un diverso indirizzo nella stessa scuola.
Nel caso dei ragazzi “freschi di diploma”, la percentuale si abbassa leggermente, ma la sostanza non cambia: il 57% degli intervistati dice di voler ripetere il percorso di studi già intrapreso, mentre il 42% riferisce che cambierebbe, anche se solo parzialmente, la propria scelta: in particolare, il 27% dei
diplomati cambierebbe sia scuola sia indirizzo, il 9% ripeterebbe il medesimo corso ma in un’altra scuola, mentre il 7% sceglierebbe un diverso indirizzo/corso nella stessa scuola.
L’indagine sottolinea i dati sull’alternanza scuola lavoro: il 61% dei diplomati dichiara che il percorso didattico concluso prevedeva 5 tipi di esperienze che – come ci si poteva attendere – risultano particolarmente diffuse negli istituti professionali (il 91% dei diplomati dichiara che il progetto era previsto) e nei tecnici (86%); riguardano solo in minima parte i licei (40%).
L’Alternanza Scuola-Lavoro non sembra essere un’esperienza isolata, che termina con il diploma, ma spesso si traduce in un rapporto di lavoro con l’azienda presso cui lo studente ha svolto i periodi lavorativi previsti dal progetto.
A leggere questi dati viene subito in mente la domanda su quale possa essere il motivo di questi pentimenti così numerosi fra i diplomati. Non c’è alcun dubbio che l’età in cui si effettua la scelta è senza dubbio difficile, dato che molti sono ancora indecisi e non sempre maturi per una scelta così importante. Sul rapporto si legge infatti che la scelta del percorso di scuola secondaria di secondo grado avviene in un momento molto delicato della vita dello studente che raramente ha raggiunto la maturità necessaria per compiere una scelta pienamente consapevole. La famiglia e gli insegnanti della scuola secondaria di primo grado esercitano
dunque un ruolo di fondamentale importanza nella scelta del percorso da compiere. Parole condivisibili. Ma che non raccontano tutto. E’ innegabile infatti che il sistema di orientamento scolastico ancora sia ancora lacunoso. Lo sostiene anche il presidente di AlmaDiploma, Mauro Borsarini, che su Repubblica.it dichiara: “La transizione post diploma pone il ragazzo di fronte a problematiche complesse: la conoscenza di sé, il possesso delle informazioni indispensabili sull’università e sul mondo del lavoro. Proprio per questo diventa fondamentale mettere in atto delle politiche di orientamento che supportino i giovani sia nella scelta dell’università che nel loro ingresso nel mercato del lavoro“.
Borsarini evidenzia inoltre che “l’indagine permette alle scuole di acquisire elementi per poter valutare l’efficacia esterna del proprio curriculum di studi, delle proprie metodologie di insegnamento e della propria progettazione educativa e didattica“.
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