Alunni

Gli studenti si indebitano per le rituali e faraoniche feste di diploma. Ecco dove

È qui la festa? Il tormentone di Jovanotti è di fine anni Ottanta ma la domanda è sempre attuale, soprattutto per i giovani danesi che si apprestano a lasciare il liceo. La festa di fine percorso scolastico, è vero, non è un’esclusiva della Danimarca. Basti pensare a tutte le cene con i professori che gli alunni italiani in procinto di sostenere gli Esami di Stato hanno già organizzato o stanno per predisporre.

Tuttavia, nel Paese della Sirenetta (Danimarca) la festa di fine liceo assume ogni anno proporzioni gigantesche e, in qualche modo, eccessive. Come riportato dal Courrier International, per i liceali danesi a fine percorso, i festeggiamenti hanno inizio nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio, che in Danimarca segna l’inizio della primavera. Una serata ad alto tasso alcolico che secondo la stampa danese quest’anno ha provocato numerosi incidenti. Ma non è solo questo il problema: il rito non si esaurisce con la festa di primavera, ma prevede tutta una serie di tappe e festeggiamenti che culminano nel gran ballo, denominato Studentdagen, che ha luogo tra il 30 maggio e il 14 giugno, a seconda dei Comuni. Per parteciparvi come si deve, con l’abito e gli accessori giusti, gli alunni sono pronti a indebitarsi: si tratta, infatti, di affittare costosi smoking o frac per i ragazzi e abiti da sera per le ragazze, tutti rigorosamente di colori chiari per rispettare la tradizione. Non va inoltre, trascurato l’acquisto del tipico berrettino bianco che sarà indossato dalla notte di primavera sino alla fine delle lezioni e che serve a identificare i diplomandi. Un berrettino che menzioni il proprio nome, quello del liceo di appartenenza e l’anno del diploma può costare fino a 4.300 corone, l’equivalente di 375 euro. Poi, dicevamo, l’affitto degli abiti, il cibo e le bevande per le varie feste, per un totale di circa 2.000 euro a persona, secondo recenti stime della rivista Arbetarbladet.

E che dire dell’affitto dei camion sui quali i ragazzi sfilano per le vie delle città bevendo e urlando, con musica a tutto volume? E del viaggio all’estero che spesso viene organizzato a fine liceo?

Insomma, sempre secondo molti organi di stampa danesi, è il marketing aggressivo di tutta un’industria che spinge i ragazzi a indebitarsi. Di conseguenza, l’altra accusa rivolta a questo rito e al sistema che lo regge è quella di essere decisamente classista: i ragazzi che possono contare sull’aiuto delle famiglie festeggiano al massimo senza problemi, gli altri economicamente più fragili, si indebitano. E questo, certo, non è un bel modo per chiudere con l’adolescenza e debuttare nella vita adulta.

Gabriele Ferrante

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