Si torna a parlare della faccenda dello psicologo a scuola. A prendere le parti degli studenti è il docente e scrittore Enrico Galiano che in un suo sfogo sulla propria pagina Facebook ha sottolineato la sua amarezza sulla questione.
“Forse qualcuno lo dovrebbe dire, che abbiamo in classe ragazzi che stanno male. Forse sarebbe ora di metterlo nero su bianco, che ne abbiamo che si tagliano, che smettono di mangiare, che smettono di uscire dalle proprie stanze. Li guardi lì a due banchi di distanza, e ti sembrano lontani chilometri. Come dietro un vetro, non li riesci nemmeno a sfiorare. Forse qualcuno lo dovrebbe dire che noi, da soli, non possiamo farcela. Per quanto empatici sensibili motivati, per cose come queste servono specialisti che siano sempre lì”.
“Forse è il caso di dirlo, che se vivi in un paese che reputa superflua la spesa dello psicologo in ogni scuola – continua Galiano – ma non quella di aerei da guerra e armi, allora vuol dire che a quel paese non importa molto dei propri e delle proprie giovani. Forse è il momento di scriverlo forte, che questi ragazzi non fanno finta, e non fanno le vittime, e i loro non sono i-problemi-che-abbiamo-avuto-tutti. Avere 15 anni oggi non è neanche lontanamente paragonabile ad avere avuto 15 anni nel 1993. Forse occorre far loro capire che noi ci siamo davvero, coi fatti, e non solo a parole. Forse è ora, perché forse è mai più”.
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