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Gli studenti timbrano il cartellino, i docenti no

L’esempio, questa volta, potrebbe venire dal basso. Saranno gli scolari e gli studenti, infatti, a dare esempi di correttezza, puntualità, diligenza, considerate le nuove iniziative che vedono i dirigenti scolastici "liberi" di gestire i propri istituti.
E così, l’idea di far "timbrare il cartellino" agli studenti che potranno essere indotti alla puntualità mattiniera; ad evitare di marinare la scuola, e favorire un maggiore controllo alla dirigenza, ma anche ai genitori (non tutti d’accordo) che potranno verificare da casa se i propri figli sono a scuola o no.
E ‘ accaduto all’inizio dell’anno scolastico nell’Itis "Peano" di Torino, diretto dal preside prof. Alfonso Lupo, che è subito balzato al clamore della cronaca stimolando altri istituti a seguire l’originale iniziativa. Dodici lettori ottici, uno per ogni cento alunni; sei postazioni ordinarie dislocate nei diversi piani; un computer centrale che gestisce tutto il sistema e stampa il registro ogni giorno, caratterizzano l’istituto tecnico torinese dandone, come sostengono genitori, psicologi e insegnanti, una visione "militarizzata". Una carta magnetica verrà consegnata all’allievo con il codice a barre. Il preside sostiene che l’iniziativa snellirà la burocrazia interna dell’istituto e permetterà alle famiglie, che con una password potranno collegarsi alla scuola, di sapere se il proprio figlio è in classe.
Un "duro" comunicato stampa è pervenuto in Redazione da parte del Cub Scuola, firmato proprio da Giovanna Lo Presti, Rsu – Cub Scuola di Peano: "Dal punto di vista prettamente sindacale – recita la missiva – si deve evidenziare che il progetto è stato finanziato con fondi privati, gestiti in modo poco trasparente e al di fuori di ogni reale controllo da parte del collegio docenti".
Il fatto ci rimanda ad un’altra notizia che vede i docenti "non obbligati" a timbrare il cartellino in quanto il rispetto dell’orario viene attestato dal registro di classe.
Non si tratta, in questo caso, della libera scelta di un dirigente scolastico "eccitato" dalle innovazioni supportate dall’autonomia scolastica, ma di un decreto del ministro, Letizia Moratti, del 2004, prot. n. 1707. Il decreto è stato emanato in accoglimento di un ricorso gerarchico "emesso dal Cnpi (prot. n. 13414 adunanza del 30/10/2003)".
Qualcuno potrebbe pensare che tutto ciò abbia dell’antipedagogico ma in un’Italia dei controsensi tutto è lecito. I ragazzi potranno essere tentati di aggirare l’ostacolo con stratagemmi che li vedrebbe già sin dalla giovane età ad infrangere le leggi.

Per visionare il comunicato stampa del Cub Scuola di Torino consulta "Ulteriori approfondimenti".

Alfio Patti

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