Gli studenti italiani vorrebbero dare i voti ai loro docenti: da un recente sondaggio, organizzato da Skuola.net insieme Anp Roma e Lazio, è risultato che l’80% degli studenti intervistati (oltre 4.500 su 5.650 complessivi) gradirebbe che anche ai loro docenti a fine anno scolastico fosse consegnata una pagella. E due allievi su tre preferirebbero che ad assegnare le votazioni nella pagella fossero proprio gli studenti.
E sono proprio gli organizzatori del sondaggio a cercare di fornire una interpretazione per la risposta degli studenti.
Secondo Mario Rusconi, numero uno di Anp Roma, i giovani in fondo chiedono di misurare le capacità dei loro “docenti di motivare e valorizzare singolarmente gli studenti”e un “decisivo cambio di passo attraverso nuove strategie comunicative ed empatiche, un loro diretto coinvolgimento che preveda partecipazione attiva nel fare didattica e nell’organizzazione delle attività extrascolastiche”.
Parlando con Adnkronos, Rusconi sostiene che “i ragazzi, in questo sondaggio, non hanno bocciato professori e presidi: il loro intento non è stato punitivo ma di denuncia verso il sistema scolastico italiano che non valorizza il merito dei docenti e non prevede il loro aggiornamento”.
Il decreto legge 36 – sulla nuova formazione e sull’innovativo reclutamento dei docenti – approvato dal Consiglio dei ministri e approdato in Gazzetta Ufficiale fine aprile, anche se contestato dai sindacati rappresentativi, che hanno anche proclamato lo sciopero per il 30 maggio prossimo dopo quello del 6 maggio, sembrerebbe quindi una risposta a questa esigenza.
In conclusione, sempre secondo il leader di Anp Roma, le “istituzioni governative italiane per allineare il sistema scolastico italiano a quella dei diversi paesi Ocse, migliorando tra l’altro gli esiti formativi degli studenti, devono pensare un sistema che preveda la valutazione della scuola e chi vi lavora, in modo da poter intervenire su quei punti di debolezza che la distanziano dai nostri giovani”.
Anche Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net, crede che la richiesta degli allievi sia orientata non a giudicare in sé i docenti, ma a migliorare il sistema didattico.
”I nostri studenti – dice Grassucci – sono abituati a ricevere voti dagli insegnanti: questa volta si sono espressi non per vendicarsi di pagelle e scrutini ma per costruire insieme a presidi e insegnanti un ambiente scolastico migliore”.
“In fondo è impensabile chiedere agli studenti di dare il meglio di sé quando invece per i docenti l’eccellenza resta un aspetto discrezionale”, conclude il direttore di Skuola.net.
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