Nonostante le ordinanze del Consiglio di Stato parlino chiaro, l’amministrazione continua a disapplicare il volere del magistratura, obbligando quanti stanno via via ottenendo decreti cautelari per l’immissione in GAE a intentare nuovi contenziosi.
I recenti accoglimenti, infatti, non portano i beneficiari a vedere rispettati i loro diritti, ovvero di poter assumere incarichi sia a tempo indeterminato che determinato, a causa della deliberata intenzione di alcuni uffici scolastici di fare orecchie da mercante. Si appigliano al fatto che nei nuovi decreti cautelai non viene specificato nulla a riguardo, negando la giurisprudenza favorevole e tutto quello che è intercorso dai primi accoglimenti ad oggi.
Migliaia di docenti della primaria, quindi, dovranno mettere mano nuovamente al portafogli, per sostenere nuove spese legali, inutili se soltanto l’amministrazione eseguisse le sentenze.
In Italia, ormai, siamo all’assurdo: il potere giudiziario non conta più nulla! A cosa servono gli uffici legali nelle amministrazioni è un mistero, se non sono nemmeno in grado di interpretare nel modo corretto i documenti emanati dai tribunali e se, come nel caso attuale, sentenze sostanzialmente identiche devono essere seguite da ordinanze per ottenere l’ottemperanza.
Soldi spesi dai ricorrenti, soldi spesi dall’amministrazione per costituirsi in giudizio, soldi spesi dai cittadini per finanziare la costituzione in giudizio dell’amministrazione e per pagare gli stipendi degli inutili uffici legali di cui gli Uffici scolastici sono dotati. Alla faccia della razionalizzazione!!!
Probabilmente si aspetta che dall’amministrativo si sfoci nel penale, per porre fine a tutto questo. Ma la sfrontatezza con cui si muovono ormai a livello amministrativo, sia centrale che periferico, fa pensare che non si teme nemmeno questo. Perché in Italia, ormai è evidente, chi sbaglia non paga!
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