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Gli under 18: il nuovo Governo risolva la piaga del bullismo

Il nuovo Governo dovrebbe prima di tutto occuparsi dell’emergenza bullismo. E’ il parere di molti dei 500 giovani tra i 14 e i 17 anni interpellati dall’Osservatorio sui diritti dei minori tra l’1 all’8 febbraio per verificare le aspettative degli adolescenti che non andranno a votare.
Dal risultato dell’indagine emerge come il 36% degli intervistati considera il bullismo l’emergenza sulla quale dovrebbe concentrarsi maggiormente l’attenzione delle istituzioni: secondo questa fetta di giovani, il reiterarsi di episodi criminosi delegittimerebbe infatti la scuola ed i suoi operatori generando insicurezza e disaffezione.
Secondo il 28% bisognerebbe rivedere al più presto anche i programmi didattici, che non sarebbero adeguati ai tempi e avrebbero bisogno di nuove discipline. Gli under18 hanno anche indicato le materie che accetterebbero ben volentieri, perché “potrebbero conferire – si legge nel rapporto dell’Osservatorio – al sistema un ruolo meno vetusto e più appassionante”: le più gettonate sono state l’educazione sessuale, anche dei media e della globalizzazione.
Quasi uno studente su quattro (il 24%) si è detto poi insoddisfatto del rapporto interpersonale con i propri docenti, individuando nell’incomunicabilità la causa basilare. Il 9% considera anche sproporzionata la mole di compiti da svolgere a casa. Appena il 3% si è dichiarato soddisfatto per l’andamento della scuola contemporanea.
Oltre che sulla scuola, ai giovani che non andranno a votare sono state poste specifiche domande su altri tre distinti settori che influiscono sul loro agire quotidiano, cioè l’economia, lo sport e la salute. Per gli studenti in tutti questi ambiti c’è la necessità di migliorare l’azione politica istituzionale.
Sul fronte dei prezzi, il 69% ha lamentato l’esorbitanza dei costi per l’acquisto di vestiari griffati, di produzioni audio e video musicali, di consumo di telefonia mobile ed altri accessori tecnologici. Il 18% ha giudicato eccessivo il costo delle sigarette. L’11% ha puntato l’indice contro il prezzo del carburante e il 2% ha dichiarato di non sapere indicare alcuna priorità.
Relativamente allo sport, il 44% ha evidenziato la carenza di strutture per la pratica di discipline che solo recentemente hanno cominciato ad appassionare le masse, come il rugby, il baseball, il football americano, l’hockey, il golf ed altre ancora. Il 25% ha denunciato l’inadeguata manutenzione delle strutture pubbliche gratuite o a basso costo.
Sempre sulle attività sportive, il 18% immagina la scuola come soluzione ideale per la pratica sportiva, non limitata a poche ore settimanali di educazione fisica, bensì strutturata in modo continuativo e agonistico. Il 13% non pratica lo sport o l’ha abbandonato.
La salute, invece, non sembra costituire per le masse adolescenziali motivo di particolare preoccupazione, come evidenziato dal 31% degli intervistati. Il 27% ha rivelato interesse esclusivamente per la sfera dietetico-alimentare. Il 23% considera fondamentale la cura dell’aspetto fisico ed estetico. Il 14% conferisce priorità alla prevenzione sessuale. Il 5% ritiene di avere una cultura sanitaria genericamente adeguata.
Preoccupanti conferme giungono sul fronte dell’assunzione fumo e alcol: il 48% degli adolescenti intervistati dall’Osservatorio sui diritti dei minori ha ammesso di fumare ed un altro 33% di bere sostanze alcooliche.
In percentuale, la forbice tra le risposte fornite dai maschi e dalle femmine è minima, salvo in tema di prevenzione sessuale e interesse per la sfera alimentare in cui primeggia la componente femminile, mentre in tema di recriminazioni generali per l’inadeguatezza delle strutture sportive predomina la parte maschile. 
Dalla nostra inchiesta – ha commentato il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei minori – emerge come venga difficile ai soggetti in età evolutiva considerare le speculazioni commerciali poste alla base del sistema di aggregazione”.
“Agli adulti i giovani – sottolinea il presidente dell’Osservatorio – imputano anche l’intersecazione tra le costose esigenze socializzanti e l’impossibilità per le famiglie di far fronte alle richieste a determinare lo stato d’incomunicabilità generazionale. Infatti, proprio al sistema scolastico, sede di un quotidiano confronto col mondo adulto rimproverano mancanza di autorevolezza anche nel fronteggiare fenomeni come il bullismo, dove emerge una forte richiesta di tutela e sicurezza”.
“Seppur in maniera alquanto egoistica ed autoassolutoria, gli adolescenti rivendicano una società economicamente rapportabile alle loro esigenze, sicurezza, riforma scolastica e più strutture sportive pubbliche. Se a ciò si aggiunge una capillare politica di sensibilizzazione sanitaria – conclude il sociologo – il programma di governo sarebbe da considerarsi ottimo”.
Alessandro Giuliani

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