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Global Student Prize: Maty Gning, italiana nata in Senegal, è tra i 50 finalisti

Maty Gning, un’italiana nata in Senegal, è tra i 50 finalisti del Global Student Prize 2023, il premio internazionale per studenti straordinari, meglio  conosciuto come il premio “Nobel” degli studenti.

 Maty ha creato una startup che propone capi etnici per i figli di migranti, ma rivisti in chiave occidentale e lo hijab, per conquistare i 100mila dollari che saranno destinati a chi ha un impatto reale sulla vita dei coetanei e sulla società. 

Arrivata in Italia a 4 anni per ricongiungersi con il padre a Bergamo, frequenta le scuole dell’obbligo e quindi si iscrive al liceo scientifico dove viene bocciata. La ragazza non si scoraggia e si iscrive al Liceo delle Scienze Umane di Bergamo: “Qui ho trovato insegnanti fantastici perché mi hanno aiutato a studiare”.

Infatti con la sua classe partecipa al programma di educazione imprenditoriale per gli studenti dai 16 ai 19 anni, “Impresa in Azione”, con cui crea una mini-imprese a scopo formativo, curando tutto: dal concept di un’idea al lancio sul mercato. Maty crea, con la sua compagna di classe pakistana Navera Naveed, Escape room- l’arte della fuga, una piattaforma per visitare i musei.

«Lo scorso anno il premio è stato vinto da Igor Klymenko, uno studente ucraino di 17enne che aveva costruito il drone per il rilevamento delle mine. Io non ho competenze tech ma cerco di avere un impatto sul mio mondo. Sto cercando di dare il mio tutto perché i giovani africani non rinneghino le loro origini». Secondo la giovane imprenditrice non è facile recuperare gli abiti in Italia. 

Maty e la sua amica hanno quindi  lanciato  “ValeU“, un’azienda che si occupa della produzione e vendita di hijab (veli) e abiti etnici dell’Africa occidentale. “ValeU” è una startup che gode del sostegno del professor Armando Persico di JA Italia in qualità di facilitatore e a sua volta finalista del Global Teacher Prize nel 2017, ed è stata creata 

principalmente per le comunità dell’Africa occidentale e musulmana in Italia, per mostrare loro che non sono sole, che sono rappresentate come comunità e come cultura. 

Lo fa offrendo loro opzioni di abbigliamento che altrimenti sarebbero difficili trovare in Italia. 

“Amo il Senegal e sono fiera di essere africana. Spesso i miei coetanei a scuola mi dicono: cambiare il mondo è un’utopia. Da sola non puoi niente. Serve l’aiuto di qualcuno. Invece non è cosi. Io rispondo: quel qualcuno potete essere voi. Tutti possiamo avere delle idee e agire. Perché dobbiamo porci dei limiti e non sfruttare le opportunità che abbiamo? Non tornerò in Senegal. Ma questo non vuol dire che io non possa fare la mia parte restando in Italia”.

Se Maty dovesse vincere i 100.000 dollari del Global Student Prize 2023, li utilizzerà per sviluppare il progetto ValeU e renderlo ancora più socialmente impattante, prima in Italia, e poi anche in altri paesi

Pasquale Almirante

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