L’eccezionale evento della Giornata Mondiale dei Giovani, istituita da Papa Giovanni Paolo II nel 1984, raduna migliaia di giovani provenienti da ogni parte del mondo (65 mila italiani) in una coralità festosa, orientata alla profonda ricerca del senso della vita e dei valori essenziali per il futuro dell’umanità.
L’incontro con Papa Francesco costituisce il momento esaltante e le sue parole, in lingua spagnola e portoghese, restano impresse nei cuori dei tanti giovani che desiderano e sognano un mondo migliore.
A Lisbona, salutata come “città dei sogni”, dove insieme al Papa ha abbracciato i sogni e le attese di un esercito di guerrieri di pace, i giovani sono stati protagonisti e stimolati dall’invito a “Non temere”, più volte ripetuto, guardare avanti nel voler costruire un futuro migliore.
Il Papa li ha incoraggiati dicendo: “nella Chiesa c’è posto per tutti”. “Al Signore piaci così come sei, impara a voler bene a te stesso, e a voler bene a chi incontri nella tua vita. Tieni lo sguardo alto, verso il Cielo. Dio sarà con te”.
Il Card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, facendo eco alle parole del Papa, ha detto: “Il Signore ti chiama come sei. Quindi chiama tutti, chiama personalmente e ci chiama con le nostre fragilità, con le nostre contraddizioni ma ci chiama per fare qualcosa”
Ora si attende la risposta dei giovani, la risposta ad una chiamata, ad una vocazione cristiana, ad una testimonianza dei valori ritenuti essenziali per la vita personale e sociale.
L’evento di Lisbona ha presentato “L’immagine di una Chiesa gioiosa, presente, che cammina insieme, in un mondo così pieno di divisioni, così virtuale, così ingannevole”
“Il cuore giovane è sempre un cuore in movimento. La giovinezza – ha sottolineato Monsignor Giuseppe Baturi, vice presidente della CEI – è la condizione di un cuore dominato dalla passione della ricerca, dalla sorpresa della scoperta e dall’amore per la meta”.
Nei volti dei tanti giovani provenienti da ogni angolo del mondo: dalle metropoli nordamericane ai villaggi nigeriani o indiani, dalle periferie italiane a quelle colombiane, nell’incontro di ragazze e ragazzi cinesi, ivoriani, neozelandesi, salvadoregni, si legge il grande desiderio di “esserci”, presenza viva, attiva, dinamica, ma l’esserci non si esaurisce nella sola presenza fisica, ma sollecita un fare, un rimboccarsi le maniche, testimoniare i valori, fare rete, costruire legami e condividere gli ideali.
I seri verbi della GMG: alzarsi, andare in fretta, prendere il largo; brillare, ascoltare, non temere” scandiscono le fasi di sviluppo e le prospettive di rinnovato entusiasmo che da Lisbona si diffonde nel mondo dei giovani.
Apostoli di una nuova Pentecoste di unità, i giovani riportano nel loro zaino la gioia dello stare insieme e non solo accanto e la consapevolezza che è necessario non rimanere seduti nel lamento, ma occorre camminare con passo veloce e lieto verso gli altri; aprire la mente e il cuore a pensieri e gesti grandi; ascoltare la voce che parla nel silenzio e invita al coraggio a non avere paura e così diffondere la luce della pace, della gioia, del vero bene per tutti.
La prossima GMG si svolgerà in Corea, a Seoul, nel 2027, e nel giugno del 2025 a Roma si celebrerà il Giubileo dei giovani.
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