“Demandare a un internet provider un dovere-potere di verifica preventiva appare una scelta da valutare con particolare attenzione in quanto non scevra da rischi poichè potrebbe finire per collidere contro forme di libera manifestazione del pensiero”.
“Va esclusa per il prestatore di servizi che fornisca hosting attivo – spiegano i giudici – la possibilità ipso facto di procedere a una efficace verifica preventiva di tutto il materiale immesso dagli utenti”. Secondo i giudici di secondo grado, “tale comportamento non può essere ritenuto doveroso in quanto non esigibile per la complessità tecnica di un controllo automatico”. “Non può non vedersi come l’obbligo del soggetto web di impedire l’evento diffamatorio imporrebbe allo stesso un filtro preventivo su tutti i dati immessi in rete, che finirebbe per alterarne la sua funzionalità”.
In primo grado i tre manager, David Carl Drummond, George De los Reues e Peter Fleischer erano stati condannati a sei mesi (pena sospesa) per violazione della privacy. Il video era stato caricato si Google l’8 settembre 2006 e rimase cliccatissimo nella sezione “video più divertenti” fino al sette novembre, quando fu rimosso..
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