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Governo che cambia, reclutamento docenti che cambia

Speravo molto nel nuovo Ministro, dopo il buio dei precedenti governi, speravo da un uomo di scuola il coraggio di sistemare la sempre più traballante scuola italiana.
Per lavorare nella scuola come docenti e per accedere ai vari concorsi è sempre stato indispensabile avere l’abitazione, un esame di stato necessario per poter professare una professione, vedi medico, avvocato, psicologo.
Pletore di aspiranti insegnanti hanno sudato soldi e fatica per abilitarsi e per seguire i diversi percorsi e tirocini. Un velo pietoso su come le università hanno gestito questi corsi che per loro hanno rappresentato un modo per fare cassa!
Adesso con un colpo di spugna tutto viene gettato alle ortiche: esperienza sul campo non è necessaria, la formazione non serve, il tirocinio neppure. Dalle sule delle università i futuri docenti della scuola italiana saranno gettati direttamente nelle aule scolastiche. E’ sufficiente passare un concorso, una botta e via…..l’imperativo è quello di avere in cattedra persone giovani, possibilmente sotto i 30 anni. I più grandi se ne facciano una ragione, sono nati in un momento sbagliato!!
Anche nell’ambito politico è stato ampiamente dimostrato che non sempre gioventù va a braccetto con capacità e professionalità. Mi soffermo su questo termine ormai desueto. Professionalità si acquisisce con il tempo, con il lavoro fatto con i ragazzi ogni giorno e l’università, anche la più prestigiosa non può darla.
Mi chiedo se il ministro, in caso di necessità, metterebbe un suo famigliare nelle mani di un chirurgo appena uscito dalla scuola e senza esperienza, se farebbe progettare la casa in cui vive da un ingegnere appena uscito dall’università e ovviamente senza esperienza. Una risposta sarebbe gradita.

M.G. Galimberti

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