La delusione circola sul web, dopo lo svelamento della lista dei ministri ad opera del presidente incaricato Mario Draghi. Forse perché erano tante le attese, dopo la crisi del governo Conte, e forse perché si erano depositate molte speranze nella fermezza tecnica di un esperto navigatore tra gli scogli della politica come l’ex presidente della Bce.
Sta di fatto che molti annunci sono stati disattesi, a cominciare da una prevalente presenza femminile e finire con la nomina di più “tecnici” rispetto ai politici.
A rendere l’idea di questa strisciante delusione, anche se alla fine dei conti bisogna giudicare sul campo, Vittorio Sgarbi, che, come è noto, non le manda a dire: “Una fotocopia del precedente. Una terribile delusione. Un Governo malato. Avevo riposto la massima fiducia in Draghi, ma le sue virtù non possono compensare la vera e propria metastasi di una malattia ben più grave del Covid: incapacità e incompetenza”.
“La conferma di Di Maio, Speranza e Franceschini, rende questo Governo una malinconica fotocopia del Governo Conte, cercando solo di accontentare, in modo spudorato, tutte le componenti politiche”, sottolinea Sgrabi. “Novità oscene. Draghi ha perso una occasione storica. Ha compiaciuto gli appetiti dei partiti e ha deluso gli italiani che confidavano in lui. Per quanto mi riguarda non potrò mai votare il Governo Draghi-Di Maio: un Governo senza speranza nonostante Speranza”.
Da un altro versante, molti pentastellati – a quanto fa sapere l’Adnkronos – non nascondono il loro malumore per la composizione del nuovo esecutivo: “Ci hanno asfaltati”, “tutta l’industria in mano alla Lega”. “Vi sono vicino ragazzi…. Ci vorrà veramente un grande fegato. Io vi anticipo che non ci riuscirò”, scrive un deputato. “Sarà difficile, molto difficile”, ammette una sua collega. Un’altra parlamentare osserva: “Ci hanno asfaltato totalmente. Lega e Forza Italia contano più di noi”. “Ragazzi, ma siete davvero convinti di votare questo governo?”, domanda una pentastellata.
E i malumori, secondo Adnkronos, si leggono anche sui social: “Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere…”, commenta su Facebook il deputato Francesco Forciniti. “Il super ministero chiesto da Beppe Grillo – scrive Barbara Lezzi sulla sua pagina – non c’è. Il ministero dell’Ambiente non sarà fuso con il ministero dello Sviluppo economico. Eh no, perché il ricco ministero per lo Sviluppo economico sarà affidato alla Lega con Giorgetti. Noi non abbiamo votato per questo sulla piattaforma Rousseau”. E Alessandro Di Battista si domanda: “Ne valeva la pena?”.
E poi c’è anche il vento del Sud, scordato e non rappresentato da alcun ministro. Su La Sicilia di oggi, Giovanni Di Caro, capogruppo M5S all’Assemblea regionale siciliana, dichiara: “La Sicilia vilipesa e mortificata.” E poi aggiunge: “Gravissimo se non ci fossero nostri esponenti nemmeno fra i viceministro e i sottosegretari”.
Infatti questa è la provenienza territoriale dei ministri: se le donne sono un terzo (8 su 24, il 33%), fortissima è la rappresentanza settentrionale: il 75% dei membri del governo provengono dal Nord, addirittura 8 sono lombardi, quattro i ministri ‘veneti’ e il centro Italia è rappresentato solo dai romani Draghi e Giovannini. Dal Sud vengono Lamorgese, Speranza, Carfagna, Di Maio. Due dall’Emilia e uno rispettivamente da Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Puglia e Liguria. Nessuno dalle isole.
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