Cosa è successo in un anno di governo Lega-Movimento 5 stelle? Pochissimo, quasi nulla. “Le risorse messe a disposizione del sistema formativo italiano sono state poche e gli interventi non sono andati nella direzione di cercare di sanare le evidenti diseguaglianze che lo contraddistinguono. Il rischio, alla luce dei risultati elettorali, è che si intraprendano azioni ancor meno ispirate a principi di equità”.
Lo scrive La Voce.info che aggiunge: “Gli interventi che hanno riguardato il sistema scolastico, più che dettati da un progetto teso al raggiungimento di obiettivi specifici, sembrano essere imposti dall’esigenza di risolvere problemi contingenti e rispondere a istanze specifiche. Alle difficoltà emerse nell’applicazione dell’alternanza scuola-lavoro si è risposto riducendo il numero di ore dedicate a queste attività”.
Inoltre, scrive La Voce, “non è chiaro (in termini di contributo al miglioramento del processo formativo) neanche il progetto che ha indotto a modificare i requisiti per il reclutamento dei professori”. Infatti “abolendo il percorso Fit, si è abolita qualsiasi forma di tirocinio con il rischio di mandare in cattedra chi, pur essendo competente nelle discipline in cui è specializzato, non sa molto su come trasmettere il proprio sapere e su come interagire con gli allievi”.
E ancora, nessun miglioramento della didattica prevede il concorso straordinario non selettivo riservato a coloro che avevano maturato due anni di supplenza nella scuola primaria e dell’infanzia e le quote di posti nei concorsi riservate ai precari”, che appaiono dunque “misure volte a rispondere alle legittime istanze del precariato”, ma umiliando i giovani laureati e laureandi che nessun sindacato supporta.
E per sbandierare di avere fatto “qualcosa di significativo per la nostra scuola, si cedere alla tentazione (irresistibile per tutti i ministri) di riformare l’esame di maturità”.
Il nodo è, secondo La Voce, di avviare più “equità nel nostro sistema scolastico” e siccome “ci si difende lamentando la mancanza di risorse”, “bisogna fare delle scelte, decidere sulle priorità. Se teniamo al futuro dei nostri figli e crediamo nel valore dell’istruzione, allora la scuola deve essere la priorità”.
Tuttavia questo governo oltre a essere disattento ai temi dell’equità, innesca pericolosamente “l’autonomia differenziata e la regionalizzazione del sistema scolastico che ne potrebbe derivare. In questo ambito, il “prima gli italiani” si trasforma in maniera piuttosto evidente in “prima quelli della mia regione”. La distinzione tra noi e voi è una pericolosa deviazione dal principio di eguaglianza. Chi siamo noi e chi sono gli altri? Di solito, ahimè, gli altri sono i più deboli, quelli mancanti delle risorse riservate a noi”.
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