Non vogliamo fare gli avvocati del diavolo, ma questo governo targato M5S e PD per la scuola sarà deleterio. Forse assisteremo ad un altro colpo di grazia per la scuola italiana?
Dalle prime indiscrezioni sulle linee programmatiche del nuovo governo e dalle prime uscite su giornali e interviste del Ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti pare che non ci sia la volontà “politica” di smantellare completamente la legge 107/15 della “Buona Scuola”, ma solo di andare a modificarla in alcune parti che presentano maggiori criticità.
Siamo, dunque, a un pericoloso passo indietro sulla scuola e tutto quello che di peggio è stato visto con la legge fatta da Matteo Renzi con questo governo sembra riaffiorare in tutta la sua potenza.
Chi non ricorda lo sciopero massiccio del personale della scuola messo in atto nell’ottobre del 2015 contro proprio la legge 107 che prevedeva la chiamata diretta dei docenti e la mobilità su tutto il territorio nazionale con l’algoritmo impazzito?
Sicuramente ne vedremo di belle sul pianeta scuola con questo governo M5S-PD. Fatto sta che da una parte c’è una formazione politica M5S che vorrebbe nella sostanza cancellare la legge della “Buona Scuola” e dall’altra, invece, c’è una formazione politica PD che la vuole mantenere nella sua ossatura, perché si tratta, com’è ovvio, di una sua creatura.
Tuttavia questo orientamento sembra, a grandi linee, trasparire dalle dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione, il quale anche se è espressione del M5S, si trova a doversi confrontare con interlocutori che hanno fortemente difeso la legge 107.
Insomma sembrava quasi che la legge della “Buona Scuola” sarebbe stata smantellata in tutte le sue parti oppure devitalizzata a mo’ di cacciavite, invece, ci troviamo di nuovo a dover fare i conti con una legge dello stato che fa fatto massicciamente inviperire tutti i docenti che l’hanno osteggiata sul nascere. Non ci resta che continuare la nostra battaglia, ma non per compartimenti stagni, ma come corpo unico.
Diciamocelo chiaramente la categoria professionale degli insegnanti viene poco o nulla considerata a livello sociale, politico e culturale perché non è affatto unita nelle sue lotte a difesa delle scelte e degli interessi del mondo scuola, ma solo per personalismi. Se continuiamo a proseguire sulla strada degli individualismi non andremo mai lontano e affosseremo sempre più la scuola e la professione docente agli occhi dell’opinione pubblica.
Mario Bocola
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