Le reazioni di protesta per i provvedimenti legislativi adottati dal Governo Monti, dalla riforma delle pensioni alla Legge di Stabilità in procinto di essere esaminata dei due rami parlamentari, stanno determinando un fenomeno sinora poco conosciuto. Almeno per i lavoratori della scuola, per gli studenti e per le loro rappresentanze. Nelle ultime ore, infatti, alcune di queste componenti hanno deciso di aderire a mobilitazioni e manifestazioni non propriamente di settore.
Complice la data ancora molto lontana dello sciopero di comparto, programmato per il 24 novembre (a tal proposito non sono mancate le critiche), e la crescente indignazione per l’ennesimo taglio di risorse alla scuola, nelle scuole si coglie l’esigenza di opporsi sin da subito. Anche partecipando ad iniziative di più ampio respiro.
Si comincia il 20 ottobre, con la manifestazione nazionale della Cgil “Prima di tutto il lavoro“, una no stop che si svolgerà in piazza San Giovanni e che verrà chiusa con l’intervento del leader Susanna Camusso. L’iniziativa, che si soffermerà sul boom di precari e di lavoratori rimasti disoccupati, è stata organizzata dalla confederazione sindacale “con lo scopo di riunificare le centinaia di vertenze ancora senza soluzione e aprire un dialogo e un’azione comune tra tutti i soggetti che sono stati colpiti dalla crisi economica e che rischiano sempre più spesso di rimanere isolati”.
Nel corso della giornata parleranno lavoratori, lavoratrici, delegati di tutti i settori. E ci saranno anche delle rappresentanze della Rete degli Studenti medi e dell’Unione degli Universitari. “Saremo in piazza al fianco dei lavoratori – ha spiegato Daniele Lanni, Portavoce nazionale della Rete – per ribadire che è necessario rimettere al centro dell’agenda politica dell’Italia la scuola, l’università e il lavoro”.
“Perché – ha sottolineato il rappresentante degli studenti – è arrivato il momento in cui il Governo e le forze politiche del nostro Paese ascoltino le nostre voci e le nostre idee su queste questioni, e l’impegno comune di studenti e lavoratori in questo senso è fondamentale”.
“Perché – ha sottolineato il rappresentante degli studenti – è arrivato il momento in cui il Governo e le forze politiche del nostro Paese ascoltino le nostre voci e le nostre idee su queste questioni, e l’impegno comune di studenti e lavoratori in questo senso è fondamentale”.
Il sabato successivo, il 27 ottobre, è in programma il “No Monti day”: alla manifestazione, che si svolgerà sempre a Roma, si annuncia una massiccia partecipazione. Tanto che già sono stati prenotati 100 pullman da tutta Italia. Ad organizzare la giornata di protesta è stato un Comitato allargato, composto da un alto numero di organizzazioni e movimenti: dal No Tav della Valsusa alla Rete 28 aprile, dall’Unione Sindacale di Base alla Fiat di Pomigliano. Anche in questo caso non mancano rappresentanti del mondo della scuola: ci saranno, infatti, i movimenti dei precari della scuola e degli inidonei.
E siccome “si allunga di ora in ora la lista delle adesioni”, fanno sapere gli organizzatori, non è da escludere che nei prossimi giorni anche altre organizzazioni della scuola decidano di partecipare.