Il nuovo Premier Gentiloni dovrà rivedere alcuni titolari dei Ministeri: messa da parte ormai la possibilità di affidare a tecnici gli incarichi, il totoministri si sta concentrando su chi ha ruoli politici.
Fra i Ministeri per cui dovrebbe registrarsi un cambio di guardia c’è quello alla pubblica istruzione. Non dovrebbe far meraviglia se il nome che sembra il più accreditato a sostituire l’attuale Ministro Giannini, sia proprio della responsabile scuola del Partito Democratico, Francesca Puglisi.
La senatrice, laureata in economia all’Alma Mater di Bologna, si è occupata soprattutto di “Buona Scuola” su cui sembra avere puntato maggiormente nel settore scolastico il governo Renzi. Ripercorrendo gli interventi della papabile a capo del MIUR, bisogna accreditarle alcuni provvedimenti “tampone”, per evitare nei limiti del possibile alcuni effetti della difficile e per molti anche drammatica gestione del piano straordinario di assunzioni.
Ci riferiamo all’emendamento Puglisi, che, sebbene non sia bastato a rendere simpatica ai docenti la riforma, dimostra una certa sensibilità verso alcune problematiche che il nuovo governo, lungo o breve che sia dovrà affrontare.
Se tanti docenti entrati di ruolo con la L. 107 si trovano per quest’anno a prestare servizio non lontano dalla propria famiglia ciò è merito anche dall’emendamento Puglisi che ha consentito loro di chiedere l’assegnazione provvisoria in deroga al vincolo triennale di permanenza nella provincia di immissione in ruolo.
Vero è che inevitabilmente l’iniziativa è stata contestata e criticata duramente dai precari, soprattutto da coloro, presenti in GAE che non hanno aderito al piano straordinario di immissioni in ruolo che si sono ritrovati con molto meno posti su cui poter ottenere un contratto a tempo determinato ed il nuovo ministro dovrà occuparsi anche di loro.
Ma, a questo punto, per il partito democratico affidare ad un suo esponente la risoluzione di alcune problematiche generate dalla legge sulla Buona Scuola, diventa una sfida che non può non accettare se intende recuperare il suo rapporto con gli insegnanti e l’ipotesi di affidare ad altri schieramenti la titolarità di Viale Trastevere potrebbe essere interpretato come una resa.
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