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Governo, si litiga su tutto: dopo la regionalizzazione tocca alla manovra. La scuola latita, Conte sempre più solo

Nel Governo Conte la tensione si taglia a fette. Il 25 luglio i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono tornati ad incontrarsi a Palazzo Chigi, ma senza il premier, che era “impegnato” a pranzo con il suo staff. I rapporti tra le parti si sarebbero così raffreddati, da far crescere le azioni di un asse tra i segretari di M5S e Lega senza più Conte, che verrebbe così tagliato fuori.

Niente crisi, almeno per ora

I due leader di partito avrebbero scongiurato crisi o cadute di Governo. C’è però un rapporto che sempre irrecuperabile: quello con il premier. Soprattutto da parte di Salvini.

Perché se il presidente del Consiglio si è legato al dito l’accusa rivoltagli di volere attuare un “ribaltone” per allestire subito dopo un Conte bis assieme ad un proprio partito, il segretario del Carroccio prima dice che gli “interessano meno di zero” le parole di Conte su Savoini, poi chiede di sfidare l’Ue e dice di non avere ancora “capito” qual è l’idea di manovra.

La scuola non è tra i pensieri del Governo

Una manovra che non sembra, ancora una volta, prendere in considerazione la scuola. Troppe, del resto, sono diventate le emergenze da affrontare. Prima tra tutte, quella di migliorare i conti per evitare lo spauracchio della procedura d’infrazione Ue all’Italia.

Anzi, dire il vero di scuola si sarebbe parlato. Ma solo perché il Movimento 5 Stelle avrebbe messo all’indice l’operato del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, assieme a quello di Gian Marco Centinaio (agricoltura e turismo).  In questo quadro, è normale che si parli di crisi o almeno di “rimpasto” dietro l’angolo, con i due ministri tra i papabili ad essere sostituiti.

Salvini rinfocola le polemiche: troppo timidi sulla scuola

In serata, il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, a margine della festa della Lega lombarda a Golasecca in provincia di Varese, non ha fatto proprio nulla per dimostrare il contrario.

“L’Italia – ha detto Salvini – ha bisogno di una riforma della giustizia che dimezzi i tempi dei processi. Anche qua, se la riforma della giustizia è una riformina timidina… Non abbiamo bisogno di timidezze né sul fisco, né sulla scuola, né sulla giustizia, né sull’autonomia, né sui cantieri”.

Salvini, poi, ha detto di non accettare che il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli “dica che se si fa la Tav vince il partito del cemento: stai governando con noi e ci dai dei cementificatori. E il ministro Costa che dice che chi vuole i termovalorizzatori è sostanzialmente un cretino. Allora sono cretini in tutta Europa dove hanno i termovalorizzatori. Si mettessero d’accordo con se stessi. Se vogliono lavorare insieme benissimo, altrimenti se prevale il partito del non si può…. Però vediamo che cosa dice il presidente del Consiglio. Tutti i giorni ce n’è una”. Appunto.

Alessandro Giuliani

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