Apprendiamo da fonti stampa della presentazione di un maxi emendamento dei i relatori Puglisi e Conte e dell’intenzione ormai certa del Governo di porre la questione di fiducia in Aula al Senato. Questo maxi emendamento, dagli annunci dei giorni scorsi, avrebbe dovuto correggere gli errori del testo di legge licenziato dalla Camera e soprattutto accogliere alcune richieste delle numerose opposizioni, dentro e fuori del Parlamento: insomma, una frutto del tanto sbandierato “dialogo” che il Governo sostiene di aver svolto. Ma non è così.
“Avevamo avanzato richieste precise di modifica dei punti chiave – prosegue Irone- Invece nessun accenno a finanziamenti concreti per contrastare la dispersione scolastica e realizzare il diritto allo studio; del tutto invariato il preside-manager con il potere di chiamata diretta dei docenti; addirittura peggiorata la valutazione premiale dei docenti fuori dal contratto nazionale; nessun piano pluriennale di assunzioni; invariati gli sgravi alle paritarie. Rimandare alcune cose al 2016 non modifica la sostanza delle cose: il disegno è ancora quello di una scuola-azienda comandata da un capo, molto legata ai privati e imperniata sulla diseguglianza, mentre il modello didattico-educativo resta lo stesso di 50 anni fa.”
“Questo finto accordo e la fiducia sulla “Buona Scuola” – conclude – è un atto arrogante, che ben descrive le intenzioni di un Governo che riempiendosi la bocca di parole come dialogo e confronto è semplicemente colpevole di un ennesimo strappo solitario sulla pelle di quanti nel corso di questi mesi sono scesi in piazza per denunciarne gli errori e chiedere correzioni importanti nella direzione di una scuola giusta, inclusiva, partecipata, cooperativa”.
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