Quello che fino a qualche giorno fa era solo uno spiraglio, si sta trasformando di giorno in giorno in una possibilità concreta: parliamo dell’aggiornamento delle Graduatorie provinciali per le supplenze, la cui procedura di aggiornamento sembrava destinata a slittare al 2023, ma che invece sembrerebbero ora destinate a rispettare la loro riapertura “naturale”, quella che coincide con la prossima estate.
Diciamo subito che il rischio rinvio è concreto ed è contenuto anche in un emendamento Decreto Legge n.228/2021, il cosiddetto “Milleproroghe”.
Ma a dare speranza ad almeno mezzo milione di insegnanti precari è stata soprattutto la Lega: qualche giorno fa era stato il senatore Mario Pittoni, vice-presidente della Commissione Cultura del Senato, a dire che questa estate le Gps dovranno necessariamente essere aperte prorogando “l’efficacia dell’ordinanza ministeriale 60/2020, nel senso di farla valere anche per il primo rinnovo delle GPS”.
Il 4 febbraio è stata la volta del sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, che già qualche giorno prima aveva detto che avrebbe chiesto un “tavolo” di confronto specifico sul problema: “dopo giorni di forti pressioni – ha scritto il leghista su facebook – posso dire alle centinaia di migliaia di insegnanti precari che attendono la riapertura delle Gps che siamo a buon punto. Chi vuole aggiornare la propria posizione, cambiare provincia o inserirsi per la prima volta in graduatoria ha il diritto di poterlo fare già da quest’anno”.
Il sottosegretario all’Istruzione conclude dicendo che ce la sta “mettendo tutta affinché questo diritto venga rispettato”.
Quindi, Sasso conclude con un impegno importante: spera, infatti, di “dare già dalla prossima settimana l’ufficialità” della conferma dell’apertura delle Graduatorie provinciali per le supplenze dei docenti precari.
Nel corso della giornata, ancora il senatore Mario Pittoni è tornato sull’argomento, sbilanciandosi ulteriormente.
“Una norma concordata – ha detto il leghista – consentirà il varo dell’ordinanza con cui evitare lo slittamento all’anno prossimo dell’aggiornamento delle Gps, che metterebbe in difficoltà oltre 700 mila docenti”.
Secondo Pittoni, che è anche responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega, “sta prendendo forma l’operazione che avevamo suggerito: si va quindi verso la proroga di fatto dell’ordinanza ministeriale 60/2020, nel senso di farla valere anche per il primo rinnovo delle Gps nelle more dell’iter per l’emanazione del nuovo regolamento, prendendo atto che anche per il permanere dell’emergenza non resta che continuare a utilizzare lo strumento attuale”.
Il senatore del Carroccio ritiene di poter dire che “tutti gli insegnanti potranno aggiornare il loro punteggio in relazione al servizio svolto nell’ultimo biennio”
E si potrà procedere con gli “spostamenti da una provincia all’altra, con l’effetto non trascurabile di innalzare la qualità del servizio scolastico favorendo la mobilità di chi è maggiormente titolato. Migliaia di giovani laureatisi negli ultimi due anni avranno la possibilità di accedere all’insegnamento senza ricorrere alla Messa a disposizione (Mad), che – conclude Pittoni – dovrebbe essere solo residuale”.
A spingere per l’aggiornamento, però, sono anche altre forze politiche. Ad iniziare dal M5s.
Il rinvio al 2023 delle Gps “sarebbe penalizzante per tutto il sistema scuola italiano e irriconoscente verso tutti quei docenti che hanno affrontato le difficoltà del biennio pandemico”, ha detto Vittoria Casa, presidente commissione Cultura alla Camera.
Bisogna “dare la possibilità a tanti neolaureati – ha continuato – di confrontarsi con la strada dell’insegnamento, per dare le dovute priorità ai docenti che hanno acquisito nuovi titoli, per venire incontro alle richieste di personale delle scuole e per razionalizzare la distribuzione degli incarichi sul territorio”.
“Su questo impegno del Ministero c’è un’ordinanza che fissa dei tempi che mi auguro vengano rispettati”, ha confermato Casa.
Da chiarire, tuttavia, non c’è solo il nodo sul rinvio, ma anche quello relativo alla eventuale conferma dell’utilizzo della prima fascia (alcuni sindacati hanno chiesto anche la seconda) per attuare la procedura di avvio delle immissioni in ruolo attraverso l’utilizzo delle stesse Gps: l’anno scorso se ne concretizzarono però non molte più di 12mila.
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