Gentile Ministro, il nuovo anno scolastico si apre con tante incognite e poche certezze, nonostante l’impegno, Suo e dei Suoi collaboratori, volto ad affrontare l’eccezionalità e la gravità della situazione.
Per questo motivo crediamo sia utile intervenire in modo deciso sul reclutamento e la formazione dei docenti. Il nuovo anno scolastico è ad un passo dall’iniziare, eppure la sorte di molti docenti (anche quella di chi ha già maturato esperienza lavorativa negli istituti scolastici statali) è resa ancor più incerta da modalità di reclutamento non in linea con i principi comunitari e con i recenti interventi normativi di settore.
Il primo nodo da sciogliere, per la fase di reclutamento (ai fini concorsuali e per le supplenze) è quello della “c.d. abilitazione”. Le procedure abilitanti nazionali (SSIS, TFA o PAS) non sono previste dalla normativa europea, perché non danno luogo ad un’attività di formazione necessaria per lo svolgimento della professione docente, ma costituiscono mere procedure amministrative, connesse alle modalità di reclutamento, da qualificarsi, tutt’al più, come titoli di specializzazione e/o di aggiornamento.
Inoltre, in ragione dei recenti interventi normativi (uno su tutti l’inserimento del requisito dei 24 crediti formativi nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche per accedere ai concorsi finalizzati al reclutamento a tempo indeterminato del personale docente) la determinante differenziazione tra aspiranti docenti con o senza abilitazione non è più giustificabile.
Le sempre più numerose pronunce dei giudici del lavoro, favorevoli ad un’equiparazione tra abilitazione e il possesso congiunto di titolo per l’accesso alla classe di concorso e 24 crediti formativi, rafforzato da un’esperienza lavorativa in istituti statali e/o paritari, nonché, in ultimo, l’importantissimo principio contenuto nella recente sentenza del Consiglio di Stato del 30 giugno c.a. sull’equiparazione dell’esperienza almeno triennale con l’abilitazione, ha scatenato il proliferare dei ricorsi (ormai decine di migliaia), che rischiano di vanificare gli sforzi del Ministero di coprire con celerità tutte le cattedre vacanti.
L’eventuale accoglimento dei ricorsi, infatti, andrà a stravolgere le GPS di prossima pubblicazione, creando ancora più incertezza tra i docenti, con gravi danni per gli alunni e disagi per i dirigenti scolastici.
Pertanto, NSAS invita il Ministero a:
a) indire concorsi per gli effettivi posti disponibili, dando priorità all’esaurimento delle graduatorie (GAE e GM) già aperte, senza crearne altre (e, quindi, altri aspiranti docenti in lista per anni dopo aver vinto un concorso);
b) stabilizzare i docenti precari: bandire concorsi per valutare la preparazione di docenti che già insegnano e richiedere loro un’ulteriore formazione (cioè quello che già fanno lavorando come insegnanti) svilisce la loro professionalità acquisita, oltre che la credibilità agli occhi dei discenti e delle loro famiglie. L’eventuale selezione e formazione dovrebbe essere demandata alla scuola presso la quale i docenti svolgono per la prima volta servizio, anche come precari.
Sulla base di queste argomentazioni risulta superfluo indire un concorso per abilitare chi lo è già (pertanto, si invita il Ministero a ritornare sulle proprie decisioni, reclutando per soli titoli gli aspiranti docenti che hanno presentato domanda al concorso abilitante); c) costituire, per le supplenze, una sola graduatoria per provincia (e di conseguenza una sola graduatoria per istituto), relativa a ciascuna classe di concorso, basata esclusivamente sul punteggio (eliminando la discriminante “abilitazione”), riconoscendo maggior valore (e punteggio) al servizio svolto, al fine di non vanificare l’esperienza di chi lavora da diversi anni come precario nella scuola.
Queste sono solo alcune delle questioni su cui NSAS si sta muovendo e per cui offre collaborazione al Ministero. Basterebbe mettere in pratica solo questi punti per cancellare circa l’80% del contenzioso attualmente in essere e rendere più agile, celere e trasparente il reclutamento dei docenti. Nell’immediato, inoltre, NSAS chiede al Ministero di modificare l’O.M. n. 60/2020 circa la possibilità di presentare reclamo alle GPS.
In passato questo sistema ha consentito di rimediare ad errori che, purtroppo, possono verificarsi a causa della mole di domande presentate e, per quest’anno, di un sistema nuovo di inserimento.
Anche in questo caso, non solo si evita un’ulteriore valanga di ricorsi, ma si permette agli aspiranti docenti di accettare incarichi senza incorrere nel rischio di essere licenziati nel corso dell’anno scolastico (sostituiti da chi ottiene la revisione del punteggio dal giudice amministrativo).
E’ da rivedere anche l’effetto della rinuncia o mancata risposta alle convocazioni, considerato che, ad oggi, i docenti non conoscono le modalità delle chiamate e come possono, in tempo reale, verificare i posti disponibili.
Non è, ad esempio, previsto, cosa succede per chi può accettare solo incarichi a tempo parziale.
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