Bocciato. L’algoritmo che doveva gestire al meglio le Gps non passa nemmeno le verifiche di chi, come Wired, ha letto le carte ufficiali a seguito della richiesta di accesso agli atti. Questo perché sebbene il sistema fosse stato tarato “per gestire 850mila supplenti”, nella realtà, nonostante la quantità altissima di partecipanti, gli sviluppatori che si sono aggiudicati la gara informatica non hanno ritenuto “la necessità di effettuare degli stress test”. Una leggerezza, dovuta probabilmente anche al poco tempo a disposizione, ma che assieme ai bug mai corretti, ha prodotto una delle organizzazioni telematiche peggiori nella storia della scuola per l’individuazione dei docenti precari. Se a questo si aggiungono gli errori materiali degli Uffici scolastici sulla corretta quantità di cattedre e di ore residue da coprire con docenti precari, il risultato è che, oggi, ad una manciata di giorni da Natale, tante scuole non hanno ancora in cattedra i supplenti annuali definitivi.
Come si è arrivati al clamoroso flop
Ad aggiudicarsi il sistema informatico, scrive la rivista, è stato “un raggruppamento di imprese composto da Enteprise services Italia, società informatica controllata dalla multinazionale statunitense Dxc Technology, e dal campione italiano della difesa, Leonardo”.
Sono stati loro a creare i presupposti per “automatizzare la liturgia delle convocazioni in presenza per assegnare le cattedre attraverso le graduatorie provinciali per le supplenze (gps) e quelle a esaurimento (gae)”, solo che, scrive ancora Wired, si è “ottenuto l’effetto contrario”: il sistema informatico “ha dato un posto a chi aveva meno titoli di un’altra persona. Ha piazzato a un ruolo di sostegno chi si candidava per coprire una materia. Ha generato confusione verso chi dalla legge 104 per la disabilità”.
Perché, continua la rivista, questo sistema “avrebbe dovuto abbinare 850mila di aspiranti supplenti a una cattedra in un batter d’occhio. Invece” nella realtà ha prodotto “una valanga di errori, di cui ancora oggi, a distanza dalle nomine avvenute a settembre, pagano lo scotto studenti, insegnanti e famiglie”.
L’esame dei documenti
Wired è arrivato a questa conclusione dopo avere esaminato una serie di documenti: “l’analisi dei requisiti, relative al primo impianto della procedura di assegnazione delle supplenze e alle successive evoluzioni; i casi di test; i verbali di collaudo; la presentazione della procedura di nomina e i manuali per gli utenti”.
Ebbene, “le carte forniscono una visione parziale del processo, ma certo aiutano a fare chiarezza sul flop del sistema informatico per le supplenze”, spiega la rivista.
Il risultato di tutto questo è che “a dicembre in alcune province si stanno ancora scorrendo le liste delle supplenze e cercando di correggere gli errori di assegnazione dell’algoritmo. Solo a Milano, che conta 332 scuole sulle 1.200 circa della Lombardia (che a sua volta pesa per un ottavo sul totale nazionale), la Cgil ha contato circa 1.800 errori nell’assegnazione di 11mila supplenze”.
E gli errori “non sono sempre sanabili – ha detto ancora Massimiliano De Conca, segretario regionale Flc-Cgil Lombardia -. Nelle province piccole questi problemi si risolvono, mentre in quelle grandi diventano questioni di mesi”.
La procedura “intoppata”
La procedura individuata dai tecnici del ministero dell’Istruzione, continua Wired, “sarebbe abbastanza semplice. Accedendo alla propria area personale con Spid o Cie, l’aspirante supplente compila la domanda, in base alla graduatoria in cui si trova. Vanno indicati gli insegnamenti per cui si candida, i titoli e le preferenze per scuole e comuni in cui insegnare, i tipi di contratto e di spezzoni orari. Il tutto mettendo in ordine preferenze e priorità, secondo numeri prestabiliti”.
A quel punto, ricevuti titoli, servizi e altro, “l’algoritmo, detto Nrmp (National resident matcing program match) esamina i candidati e i loro curriculum e sulla base delle preferenze procede all’abbinamento nome-cattedra. Se c’è disponibilità, fa scattare l’assegnazione provvisoria, perché, spiegano gli sviluppatori, “l’aspirante potrebbe essere “scalzato”, nell’esecuzione della procedura dalla preferenza assegnata, se c’è un altro candidato con punteggio più alto che ha espresso la stessa preferenza”.
Esaminato il candidato numero uno, si passa al secondo: se ha titoli inferiori, il primo resta al suo posto. Altrimenti lo sorpassa. E così fino all’esaurimento delle graduatorie, che avrebbero dovuto vedere al primo posto la persona con il curriculum migliore”.
Il problema è che non è andata in questo modo. “Così come hanno funzionato alcuni casi specifici. Vedi quello di chi è tutelato dalla legge 104, che ha una priorità “purché in posizione utile per la nomina, quindi con una posizione in graduatoria maggiore o uguale di quella degli altri nominati” e la precedenza “solo per i posti della stessa durata giuridica e la stessa consistenza economica”, si legge nelle regole degli sviluppatori del ministero.
I sindacati protestano
Ma non termina qui, perché “agli errori di sistema vanno aggiunti quelli manuali. Alcuni uffici provinciali hanno sbagliato il numero di cattedre disponibili. Risultato? L’algoritmo sballa”.
“Che farne, quindi? La Gilda sarebbe per tornare alle nomine in presenza. Mentre la Cgil vorrebbe “usare la tecnologia sia utile – dice Conca – purché sia funzionale a una migliore gestione”.
L’Anief, che come altri sindacati aveva a sua volta chiesto l’accesso agli atti, ha voluto sottolineare che ci sono stati “docenti a cui sono stati assegnati punteggi con due zeri ma poi rimasti senza incarico. Con l’aggravante che i docenti costretti a non accettare cattedre troppo lontane dalla propria residenza non hanno nemmeno avuto la possibilità di presentare la loro candidatura alle scuole tramite MAD”.
Secondo il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, “alla luce di quanto accaduto, sarebbe cosa buona per la scuola che dalla Commissione Bilancio di Montecitorio sulla Manovra 2023 arrivi l’assenso alla nostra proposta di modifica del sistema di gestione delle supplenze e delle stabilizzazioni che ormai fa acqua da tutte le parti e va invece urgentemente semplificato”.