Mano a mano che gli uffici scolastici provinciali pubblicano le graduatorie, si allarga la casistica di errori madornali, furti di punteggio, attribuzione di punti a sproposito.
I decreti di pubblicazione azzardano “trattandosi di graduatoria definitiva, non è consentito, allo stato attuale, apportare integrazioni o rettifiche alla stessa” ( Torino).
Alcuni ambiti territoriali, più prudentemente, pubblicano avvisi in cui consentono reclami in autotutela. Io direi che la misura è colma e che la malagestione di queste GPS, sta solo provocando grande stress a milioni di lavoratori della scuola.
Il Paese e la scuola, in un momento così delicato, meriterebbero ben altro: attenzione, cura, efficienza.
Un aspetto non meno importante della faccenda GPS, e forse anche un po’ inquietante, è quello che vede, con la pubblicazione di queste graduatorie, un clamoroso passo indietro nel rapporto cittadino-utente e Stato, previsto nella ratio della Legge 241/90.
Una vera e propria lesione dei diritti: le graduatorie nate come “definitive” impediscono un corretto rapporto con l’utenza, a discapito sia dell’utenza, che dell’Amministrazione stessa.
Infatti è anche interesse dell’Amministrazione portare a termine un procedimento amministrativo fino all’adozione di un provvedimento corretto, autotutelandosi rispetto alle conseguenze di possibili errori.
Ci si augura che al Ministero, dove non dovrebbero essere del tutto digiuni di Diritto Amministrativo, rivedano le posizioni sul pasticcio generato da queste graduatorie “innovative” in senso del tutto deteriore.
Anna Maria Mezzolla
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