La novità dell’ultimo concorso ordinario 2020 Infanzia e Primaria è la mancanza di una graduatoria di merito per tutti coloro che hanno espletato e superato le prove selettive, scritta e orale.
Il Governo, dopo procedura non selettiva, permettendo l’immissione in ruolo nel concorso straordinario 2018 di 48.000 persone con il solo e unico requisito di possedere 2 anni di servizio presso le scuole statali, ha pensato bene di non stabilizzare chi il posto di lavoro se lo è sudato, sottoponendosi a selezione, con dei posti messi a bando ridicoli e non reali, viste la mancanza di insegnanti, la difficoltà di coprire cattedre, i pensionamenti e le mobilità dal 2020 al 2022.
Due pesi due misure per i maestri delle scuole dell’infanzia e primaria.
Infatti, lo straordinario 2018, i cui titoli di accesso erano il diploma magistrale ante 2001-2002 e la laurea in Scienze della Formazione Primaria, è stato un escamotage per stabilizzare i diplomati magistrali, coloro che, con un ricorso bocciato da due adunanze plenarie del Consiglio di Stato e dalla Cassazione, campeggiavano nelle graduatorie a esaurimento con cautelare, senza averne diritto.
Pochissimi laureati hanno potuto partecipare alla procedura straordinaria, sia perché il corso di laurea è stato riformato nel 2011 e ha visto i primi abilitati nell’estate del 2016, sia perché sono stati per anni penalizzati dai ricorsi dei colleghi diplomati, che, in attesa delle sentenze, hanno svolto regolare servizio con cattedre annuali, assegnate da graduatoria privilegiata.
I laureati in Scienze della Formazione Primaria, selezionati in ingresso, in itinere, in uscita e ri-selezionati nel concorso ordinario, sono gli unici che rischiano la non immissione in ruolo, perché non è prevista una graduatoria di merito per gli idonei, come c’è sempre stata, ma che chiedono a gran voce, perché è giusta, equa e meritocratica.
I posti di lavoro senza selezione ci sono in tutte le regioni, mentre studiando 5 anni all’università e superando regolare concorso pubblico non ci sono?Non vi è Paese al mondo in cui una laurea vale meno di un diploma.
Fatta eccezione del nostro.
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