Chi venisse a conoscenza solo oggi di quanto è avvenuto per quanto riguarda le graduatorie ad esaurimento dei precari della scuola delle province dell’Italia centro settentrionale avrebbe la sensazione che il ministro dell’istruzione università ricerca e i dirigenti del suo ministero vivano su di un altro pianeta.
Cosa è avvenuto, infatti? Un massiccio taglio degli organici ha determinato la necessità per un numero rilevantissimo di precari di spostarsi dalle graduatorie ad esaurimento delle province del sud a quelle del nord con l’inevitabile effetto di aggravare la situazione di chi si trovava già in quelle graduatorie.
In altri termini, un evento perfettamente prevedibile e, a nostro avviso, previsto e favorito.
A questo punto si ricorre alla trita e nota metafora della “guerra fra poveri” quando l’unica guerra in corso è quella del governo, in perfetta continuità con i governi precedenti, CONTRO la scuola pubblica e, in particolare, contro i precari della scuola.
Per sovrammercato spuntano, puntuali come la gramigna, i fautori di un’ennesima “riforma” del reclutamento consistente nella chiamata diretta dei precari da parte dei dirigenti scolastici che potrebbero così scegliersi il personale a proprio piacimento e secondo logiche che possiamo facilmente immaginare.
E’ necessario che i lavoratori della scuola e in primo luogo i precari abbiano chiari chi sono i veri responsabili di quanto avviene e qual’è l’unica prospettiva di fuoriuscita dall’attuale indecente situazione: la difesa dell’occupazione della scuola, il recupero degli oltre centocinquantamila posti di lavoro tagliati in questi anni, il riconoscimento del diritto alla pensione dei molti colleghi che ne hanno maturato i requisiti, l’immediata immissione in ruolo dei precari su tutti i posti necessari a un buon funzionamento della scuola pubblica
Se uno scontro, lasciamo ad altri le metafore guerresche, deve essere è fra lavoratori della scuola, genitori, studenti da una parte e rottamatori della scuola pubblica dall’altra.
Su questi obiettivi la CUB Scuola Università Ricerca sta organizzando la mobilitazione che deve partire dall’inizio dell’anno scolastiche con tutti i mezzi necessari: assemblee, manifestazioni sino allo sciopero generale della scuola.
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