Ma anche Torino non scherza dove le graduatorie scoppiano di precari meridionali.
E la questione è balzata immediatamente all’attenzione del governo che, per bocca del sottosegretario Reggi, intervistato dal quotidiano La Stampa, ha risposto che si impegna a mettere fine alla guerra tra meridionali e settentrionali per un posto di ruolo nelle scuole del Nord, le uniche dove i professori da anni vedono aumentare le possibilità di insegnare.
Reggi rassicura i precari così: “Abbiamo innanzitutto in mente un reclutamento di dimensioni notevoli. Già nel 2014 assumeremo il doppio del turn-over, altrettanto faremo negli anni successivi in modo da assumere centomila nuovi insegnanti nei prossimi tre anni”.
Ma non sarebbe meglio piuttosto che tamponare momentaneamente la situazione, risolvere il problema del reclutamento alla radice? Reggi continua: “Abbiamo un’ambizione ulteriore. Vogliamo risolvere alla radice il problema del precariato con un sistema di reclutamento omogeneo per tutti. Si tratta innanzitutto di eliminare le differenze tra organico di fatto e organico di diritto, cioè della differenza tra numero di docenti assegnati dal Miur e quello effettivamente richiesto dalle scuole, sempre più alto. In totale sono circa 20 mila insegnanti in più. Questa differenza crea confusione e non permette di programmare bene come vorremmo il fabbisogno. Stiamo calcolando le risorse necessarie per eliminare il problema”.
Ma i docenti non pagano decenni di caotiche normative sulla selezione del personale, che hanno determinato la creazione di un precariato massiccio e di certo non esauribile in pochi anni? A quanto pare, anche su questo il governo Renzi ha le idee chiare, almeno nelle proposte programmatiche: “Il secondo punto su cui il governo sta lavorando è la riforma del reclutamento che dovrà permettere l’accesso all’insegnamento solo dopo un concorso bandito sulla base dei posti effettivi e disponibili e aperto a chi ha una laurea magistrale, un anno di tirocinio e un’abilitazione.
Non bisogna dimenticare che il Sud soffre per il drastico calo delle nascite, che al Nord è compensato dalla presenza degli ancora prolifici immigrati.
Nel frattempo, in Piemonte, Gianna Pentenero, assessore regionale all’Istruzione, intervistata sempre dal quotidiano La Stampa, pone all’attenzione un altro problema: “Sono molto preoccupata per la continuità didattica. La Regione non ha competenze in materia ma credo che sia necessaria un’azione nei confronti del parlamentari e del governo perché intervengano per dare certezze a famiglie e studenti” E ripropone così un vecchio ritornello: “Lavorerò per mettere a punto un ordine del giorno da inviare a Roma per chiedere un intervento legislativo che ripristini il tetto di cinque anni di servizio nella città di assegnazione prima di poter chiedere il trasferimento.”
Insomma bloccare i precari meridionali per cinque anni nella stessa sede potrebbe costituire, secondo la Centenero, un deterrente ai trasferimenti.
Sbottano i precari di rimando sui social network: “L’unico sistema, caro assessore regionale del Piemonte, non è quello di incatenare la gente al territorio, ma occorre ripristinare i posti al Sud per diffondere il tempo pieno, ampliare l’offerta formativa così come previsto dalla L.440/97 e combattere il gravissimo fenomeno della dispersione scolastica. Solo così si offriranno nuove opportunità ad un’utenza estremamente disagiata e si eviterà l’esodo dei docenti da Sud a Nord. Tutto il resto è demagogia.”
Sarà allora l’assunzione per concorso la panacea che guarisce tutti i mali? Perché, come si chiede da più parti, non trasformare le graduatorie provinciali con un provvedimento legislativo, in graduatorie ad esaurimento nazionali (G.E.N.) con libere opzioni annuali da poter esercitarsi su tutto il territorio nazionale? Si arriverà mai all’eliminazione delle graduatorie ad esaurimento e d’istituto? E in quanto tempo, visti i danni ormai decennali di cattive politiche scolastiche? Come smaltire le graduatorie se si continuano a tagliare indiscriminatamente cattedre?
Infine, sembra che i docenti del Nord fanno sul serio. E scrivono a Silvia Chimienti del M5S per fare un appello contro i trasferimenti selvaggi da Sud a Nord.
In sostanza a Firenze e altre province di altre regioni i docenti settentrionali hanno formato un gruppo “ORA BASTA” per provare a mettere fine ai trasferimenti selvaggi che sono avvenuti quest’anno e che hanno portato a molti professori vicini al ruolo a sprofondare sempre più giù e a dimenticarsi per altri 3 anni di poter entrare.
Dunque i precari del Nord non si arrendono al loro sprofondamento in graduatoria, ma moltiplicano gli accorati appelli affinché la politica si faccia carico della situazione attuale, a loro dire insostenibile. Ma non è un diritto sacrosanto spostarsi col proprio punteggio in tutto il territorio nazionale?
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