A maggio lo avevano promesso, il 1° luglio sono passati ai fatti: stiamo parlando del ricorso dei sindacati contro il decreto ministeriale n. 308, del 15 maggio scorso, con il quale il Miur ha modificato i punteggi attribuiti alle abilitazioni nella tabella di valutazione dei titoli ai fini del rinnovo delle graduatorie di istituto.
Con un atto congiunto, firmato dai leader dei sindacati più rappresentativi del comparto Scuola – Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda Unams – , i rappresentanti dei lavoratori hanno presentato ricorso al Tar Lazio per chiedere l’annullamento del provvedimento del Miur con cui sono state modificate le tabelle di valutazione utili all’inserimento nelle graduatorie d’istituto. Secondo le organizzazioni sindacali la revisione delle tabelle operata dal Miur è illegittima poiché sostituisce con un semplice decreto ministeriale il dettato del regolamento sulle tabelle che è equivalente a una legge dello Stato. Inoltre, agisce al di fuori delle procedure normative ancora vigenti (manca il parere del Consiglio di Stato e del CNPI). Gli effetti di tali irregolarità si riflettono sulle tabelle di valutazione dei titoli che portano a discriminare titoli tra loro omogenei.
Per la Flc-Cgil “il rispetto delle normative e della loro applicazione è importante, perché ognuno possa conoscere i propri diritti, in un regime di trasparenza. Piegare le normative a logiche diverse a seconda delle situazioni non giova ad alcun lavoratore: la logica dello steccato prima o poi colpisce qualcuno”.
Tra i motivi che hanno indotto i sindacati a rivolgersi al Tar c’è anche e soprattutto l’assegnazione del “megabonus”, pari a 42 punti, introdotto da Viale Trastevere solo per gli abilitati attraverso i Tirocini formativi attivi. E proprio i “tieffini” hanno immediatamente replicato, attraverso un lungo comunicato del Coordinamento Nazionale Tfa Ordinario, nel quale parlano di “artefici della sanatoria PAS” che “gettano la maschera e si rivelano per quel che sono: strenui e faziosi difensori dell’anzianità di servizio, capaci di attaccare una categoria di abilitati selezionati, in nome di un’ipocrita e interessata equità”. L’attacco dei “tieffini” è duro: “le tessere PAS, introiti certi, fanno gola a quegli scudieri sindacali che, anziché rappresentare tutte le varie categorie di docenti, puntano ad annullare un differenziale di punteggio che presenta, a loro dire, “palesi elementi di iniquità e irragionevolezza, creando disparità e conflittualità tra gli aspiranti alle supplenze”. Curioso ragionamento quello per cui, grazie ad un ricorso contro una categoria di aspiranti, gli abilitati TFA, si eviterebbe la conflittualità”. Per il Coordinamento Tfa il ragionamento dei sindacati è inoltre “viziato alla radice da vari elementi di verità, che i sindacati si guardano bene dall’ammettere pubblicamente”: alcuni di questi elementi sarebbero la “posizione di svantaggio in termini di punteggio” che hanno gli abilitati con Tfa; l’aver “superato tre prove selettive”; il “danno irreversibile e gravissimo dalla mega sanatoria PAS voluta dal pentasindacato stesso”.
Ad intervenire sulla questione è anche il presidente Anief, Marcello Pacifico. Per il leader del sindacato che più ricorre con facilità in tribunale la presa di posizione degli altri sindacati in difesa dei “passini” potrebbe rivelarsi, sul piano pratico, una vera beffa: “se il Tar dovesse accogliere il ricorso – spiega Pacifico – la tabella di valutazione dei titoli introdotta con il decreto ministeriale del 15 maggio scorso sarebbe inapplicabile. E quel punto bisognerebbe riabilitare il D.M. 131 del 2007, dove non vi è traccia, ovviamente, della riapertura periodica delle graduatorie per permettere l’inserimento dei neo abilitati. In tal caso – conclude il presidente Anief – c’è il rischio fondato che gli abilitati Pas rimangano al ‘palo’, senza possibilità di entrare nelle graduatorie fino al prossimo aggiornamento naturale del 2017”. Intanto, il sindacato siciliano è sceso in campo per tutelare i corsisti Pas che non faranno in tempo ad abilitarsi entro il prossimo 31 luglio: anche per loro è pronto il ricorso.
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