Continuano ad arrivare richieste per far inserire in seconda fascia i tanti docenti, forse 70mila, che entro la fine di luglio acquisiranno l’abilitazione tramite i Percorsi Abilitanti Speciali. Per molti di loro, infatti, il termine del 23 giugno imposto dal Miur per la presentazione delle domande di inclusione o aggiornamento nelle oltre 8mila graduatorie delle scuole di ogni ordine e grado si traduce in una vera beffa. I corsi, infatti, nella maggior parte dei caso termineranno nel mese di luglio. A termini scaduti.
Nelle scorse settimane le proteste non sono mancate. Ora, a poco più di due settimane dalla scadenza, anche i sindacati iniziano ad alzare la voce: secondo l’Anief rimanere “in terza fascia significherebbe, infatti, essere superati da tutti coloro che passeranno in seconda. E per un precario storico, cha ha svolto almeno tre anni di supplenze, si tratterebbe di un epilogo ingiusto: non è accettabile, infatti, che dopo il conseguimento dell’abilitazione si possa permanere nella stessa posizione”.
Il sindacato guidato da Marcello Pacifico reputa “un grave errore non aver dato seguito alle procedure adottate per diversi anni in casi simili, in occasione delle “finestre” d’aggiornamento delle graduatorie. Sarebbe bastato rendere applicabile quanto previsto dalla Legge 143/2004, la quale prevede l’inserimento con riserva di tutti coloro che frequentano un corso abilitante. Con lo scioglimento della riserva stessa da far scattare non appena conseguita l’imminente abilitazione”.
La soluzione più logica sarebbe quindi quella di introdurre una proroga, riservata a tutti gli abilitandi PAS, che permetta di far produrre domanda di accesso nelle graduatorie d’istituto con la modalità della “riserva”. Con l’inserimento che verrebbe regolarizzato entro il prossimo 31 luglio.
“Negare questa possibilità, per una discrepanza di qualche giorno tra l’attuale scadenza e l’acquisizione del titolo abilitante presso le Università organizzatrici, creerebbe un danno professionale ed economico a tantissimi docenti abilitati”, conclude il battagliero sindacato autonomo. Che già annuncia probabili ricorsi di massa nel caso in cui dal Miur non arrivasse la proroga.
A “tagliare la testa al toro”, però, potrebbe pensarci anche qualcun’altro: i docenti degli atenei dove si stanno svolgendo i Pas dovrebbero approntare un programma di lezioni ed esami finali che porti i corsisti a terminare entro l’attuale scadenza, quindi il 23 giugno. Qualche Università lo ha già fatto. Per altre, la maggior parte, risulta praticamente impossibile. Sopratutto laddove i corsisti debbano ripetere qualche prova d’esame con un secondo appello.
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