L’aggiornamento graduatorie istituto è uno dei temi al centro del dibattito degli ultimi giorni, seguito delle dichiarazioni della ministra Azzolina che ha aperto alla possibilità di procedere all’aggiornamento, nonostante il nuovo decreto scuola. Tuttavia, restano dubbi sulla trasformazione delle graduatorie in provinciali.
La legge n. 159 del 20 dicembre 2019, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, ha previsto infatti la costituzione delle graduatorie provinciali docenti distinte per posto e classe di concorso da utilizzare, in subordine alle GAE, per il conferimento delle supplenze annuali e delle supplenze temporanee sino al termine delle attività didattiche (30 giugno).
Gli insegnanti, con le graduatorie provinciali, potranno presentare domanda di inserimento in tali graduatorie, e presentare domanda di inserimento nelle graduatorie di circolo e d’istituto in 20 scuole della stessa provincia, per le supplenze brevi e saltuarie (maternità, malattia, assenze brevi).
Con le graduatorie provinciali non sono previste più le scuole capofila che gestiranno le domande. Infatti, le convocazioni per tutte le supplenze di durata annuale al 30 giugno (su posto disponibile su organico di fatto) e al 31 agosto (su posto vacante su organico di diritto) saranno gestite dal prossimo anno scolastico dagli Ambiti territoriali provinciali (Atp) con la pubblicazione di un calendario almeno 20 giorni prima dalle convocazioni unificate.
Già prima del coronavirus si erano sollevati alcuni dubbi sulla possibilità di far partire immediatamente questa provincializzazione delle graduatorie. A maggior ragione, adesso, sono in molti a pensare che le graduatorie provinciali non possono essere attuate sin da quest’anno.
Uno dei sostenitori di questa linea è il senatore leghista Mario Pittoni. Lo ribadisce in un post sulla sua pagina Facebook in cui spiega: “Anche forzando la mano, coprendosi con l’emergenza sanitaria (stravolgendo comunque le regole basilari del nostro ordinamento giuridico), non ci sono assolutamente le condizioni per disporre in tempo utile delle nuove graduatorie (magari scaricando poi la colpa sugli uffici scolastici regionali). Come ho più volte spiegato, per rimediare al pasticcio grillino che costringe al rinvio dell’aggiornamento delle graduatorie di istituto, il ministro dell’Istruzione non deve fare altro che ammettere l’errore, presentando un provvedimento straordinario che faccia slittare la provincializzazione al prossimo triennio, consentendo la riapertura delle graduatorie con le vecchie regole. Ci sarà poi tutto il tempo per sviluppare il nuovo regolamento e la reingegnerizzazione del sistema informativo del ministero in riferimento a graduatorie e nomine di competenza dei dirigenti scolastici. Per il presente, posto che la seconda fase della procedura (la scelta delle scuole) è già informatizzata, basterà sostituire la consegna a mano delle domande con l’invio tramite mail con allegati documenti in formato PDF“.
Pittoni ricorda inoltre che il “vigente DM 13 giugno 2007 “Regolamento supplenze docenti” (cioe’ un decreto ministeriale di natura regolamentare) non può essere modificato con un decreto ministeriale non avente natura regolamentare”.
Al momento, tuttavia, il riferimento è il nuovo decreto legge scuola approvato lo scorso 6 aprile: con questo provvedimento, quindi, le nuove graduatorie provinciali e la conseguente scelta delle 20 scuole all’interno della provincia, saranno costituite nel corso del prossimo anno scolastico 2020/21 per il triennio successivo 2021/22, 2022/23, 2023/24. Pertanto le supplenze del prossimo anno scolastico saranno effettuate con le graduatorie di istituto attualmente in vigore, ovvero quelle presenti dal 2017. E ovviamente, tramite le domande MAD, la messa a disposizione.
Sia maggioranza che opposizione di Governo presenteranno emendamenti specifici nel corso della conversione del decreto in legge al Parlamento. Emendamenti che, come già anticipato, dovrebbero prevedere l’aggiornamento delle graduatorie di istituto nei prossimi mesi.
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